Jo, il fratello di Boris Johnson, si dimette dal Parlamento inglese
«Combattuto tra la lealtà familiare e l’interesse nazionale». Jo Johnson, il fratello del primo ministro inglese Boris Johnson, ha annunciato giovedì che si sarebbe dimesso da membro del Parlamento e ministro. Johnson è parlamentare di Orpington e ministro delle università nel governo di suo fratello: «Si tratta di una tensione irrisolvibile ed è tempo che altri prendano i miei ruoli di parlamentare e ministro», ha dichiarato. La dinastia Johnson si spacca quindi sulla Brexit: Jo, conservatore ed europeista dice no alla strategia del fratello per uscire dall’UE. Non è la prima volta che il politico si ribella alla Brexit, durante il governo May, in protesta contro il suo accordo, si era già dimesso dal ministero dei Trasporti. Non un buon inizio per Boris Johnson: il 4 settembre la camera dei Comuni ha dato il via libera alla proposta che mira al rinvio dell’uscita dall’Ue nel caso in cui non venga trovato un accordo entro il 19 ottobre. Se verrà approvata oggi alla Camera dei Lord i Comuni potranno procedere con la lettura definitiva lunedì, prima della sospensione del Parlamento.
September 5, 2019
Le elezioni anticipate
Dopo l’approvazione della norma anti no-deal, Boris Johnson ha attaccato i Comuni, accusando i deputati di aver votato per «fermare e far naufragare qualsiasi serio negoziato» e ha presentato la mozione che chiede lo scioglimento della Camera e lo svolgimento di elezioni anticipate il 15 ottobre. La mozione richiede però i due terzi dei voti: senza l’ok del Labour non sarebbe potuta passare e il leader laburista Jeremy Corbyn ha subito formalizzato il suo no. Ha poi definito «un’offerta avvelenata» la data indicata da Johnson, anche se ha ammesso di essere favorevole al voto. «Non vediamo l’ora di un’elezione perché vogliamo sbattere fuori questo governo», ha detto Corbyn. «Sei il primo leader dell’opposizione nella storia democratica del nostro Paese a rifiutare l’invito alle elezioni», ha affermato BoJo ieri in aula, rivolto a Corbyn.
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