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Omicidio Cerciello, gli investigatori: «Il quadro accusatorio è granitico»

06 Settembre 2019 - 23:40 Felice Florio
Dai filmati delle telecamere di sorveglianza, i carabinieri sono riusciti a calcolare la durata dell'aggressione: 11 coltellate in 32 secondi

È stata depositata l’informativa dei carabinieri del Nucleo investigativo. Ciò che emerge è che l’intenzione di compiere un gesto, perlomeno losco, nei confronti del carabiniere Mario Cerciello Rega, c’era tutta: i due studenti americani Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjort, la notte tra il 25 e il 26 luglio scorso, hanno condotto il vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega e il collega, Andrea Varriale «a un punto individuato come idoneo in quanto buio e privo di sistemi di videosorveglianza».

La preparazione dell’agguato

Dopo aver concordato al telefono con Brugiatelli, l’intermediario dei pusher a cui avevano sottratto lo zaino, il punto d’incontro, i due indagati si sono «scientemente nascosti dietro le autovetture parcheggiate per evitare di essere notati da chi stavano per incontrare. Natale, preoccupato di poter essere scoperti, ha invitato Elder ad abbassarsi, lasciando chiaramente intendere di essere lui a gestire la situazione».

Nell’informativa si descrivono le fasi precedenti la drammatica colluttazione. «Dalle ore 3:02 alle ore 3:14, come segnalato dal Gps della radio portatile, la pattuglia – con a bordo Cerciello, Varriale e Brugiatelli – percorre le strade della zona alla ricerca del luogo indicato per l’appuntamento. Evidentemente il passaggio dell’auto non era passato inosservato (ai due studenti ndr), che per timore di essere visti si erano nascosti dietro ad una macchina parcheggiata».

I due indagati sono appostati dietro un’auto prima dell’incontro con i carabinieri

Natale Hjort «ha pianificato tutto nei minimi dettagli»

Il ruolo dell’indagato Christian Gabriel Natale Hjort nell’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega pare determinante: «Natale Hjorth è uscito dall’albergo per alcuni minuti prima dell’omicidio, con il cappuccio calzato allo scopo di celare la propria identità ad eventuali testimoni – scrivono gli investigatori -, per compiere un vero e proprio sopralluogo teso ad identificare le telecamere presenti nell’area circostante l’hotel ed anche finalizzato all’individuazione sia del miglior luogo dove attirare i carabinieri che quello più idoneo a nascondere la refurtiva (palesando quindi di essere ben consapevole delle proprie azioni già nelle fasi di pianificazione dell’agguato)».

L’informativa ripercorre tutte le fasi che hanno preceduto l’accoltellamento: «Infatti, la verifica della presenza di telecamere in zona, gli ha permesso di individuare l’unica area poco illuminata e non coperta da sistemi di videosorveglianza. Ciò si è rivelato fondamentale per il raggiungimento dei loro scopi delittuosi». Gli uomini che indagano sulla notte tra il 25 e il 26 luglio affermano che si «rafforza ulteriormente il già granitico quadro accusatorio nei confronti di Natale Hjort, che ha pianificato nei minimi dettagli tutte le fasi della condotta delittuosa posta in essere unitamente ad Elder nel corso di quella nottata, conclusasi con la morte del vicebrigadiere Cerciello».

Hjorth, al telefono, dà indicazioni a Brugiatelli circa il luogo dell’appuntamento

La posizione di Hjorth sarebbe aggravata dal «fatto che l’arma bianca utilizzata per l’omicidio sia stata successivamente collocata nel controsoffitto della stanza, a testimonianza della comune volontà di occultare le prove a loro carico escludendo, tale evidenza, che Natale non fosse a conoscenza dell’accaduto – così come – il contributo linguistico offerto da Natale Hjorth (l’unico fra i due a parlare italiano, ndr.) necessario e determinante nella realizzazione di entrambi i reati».

La ferocia di Finnengan Lee Elder

Dall’informativa, depositata in vista del Riesame del prossimo 16 settembre sulla posizione di Christian Gabriel Natale Hjort, trova spazio la descrizione dell’assalto di Finnengan Lee Elder a Cerciello Rega: 11 coltellate in 32 secondi. «Stabilito che i due militari sono stati ripresi alle 3:15 e 44 secondi dalla telecamera esterna della banca (Unicredit di via Gioacchino Belli, ndr.) – dopo essere passati alle 3:15 e 12 secondi dinanzi a quella della gioielleria (di via Federico Cesi, ndr.) – e in considerazione del fatto che i due indagati sono transitati, in fuga, sempre dinanzi alle telecamere della medesima gioielleria alle successive 3:16 e 16 secondi, si può sostenere, interpolando i sistemi di videosorveglianza appena citati, che l’aggressione sia durata all’incirca 32 secondi».

La fuga dei due indagati dopo l’omicidio

La telefonata di Varriale

Il collega al lavoro con Cerciello Rega, Andrea Varriale, alle 3:22 ha contattato la centrale operativa: «Ci hanno preso a coltellate ‘sti bastardi». Nell’informativa è riportato l’intero dialogo tra Varriale e il collega in ufficio:

Varriale: «Vittorio?»
Centrale Operativa: «Si…!!»
Varriale: «(bestemmia) c’hanno preso a coltellate ‘sti bastardi»
Centrale Operativa: «Ma quelli lì che hai fermato?»
Varriale: «Li abbiamo fermati, c’hanno acco…»
Centrale Operativa: «Eh, ma dimmelo che li hai fermati no!! Ti mando qualcuno!!»
Varriale: «Ma che ho fermato che appena li abbiamo fermati c’hanno accoltellato!!»
Centrale Operativa: «Ma come sei arrivato a via Cicerone da piazza Trilussa?»
Varriale: «Eh perché l’appuntamento non era lì, era da un’altra parte»
Centrale Operativa: «Eh ma dimmelo, chiamami no, ti faccio avvicinare una macchina lì vicino!! Vabbè ma come state?»
Varriale: «Mario sta perdendo un sacco di sangue, ci serve l’ambulanza, Via Pietro Cossa»

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