Presunti fondi russi alla Lega: il “terzo uomo” al Metropol ha ottenuto l’immunità diplomatica con uno strano tempismo
Ventiquattro ore prima che il caso sui presunti fondi russi alla Lega scoppiasse mediaticamente, Andrey Kharchenko – uno dei tre russi che erano seduti al tavolo dell’hotel Metropol di Mosca lo scorso 18 ottobre – è entrato a far parte dello staff dell’ambasciata russa a Roma. Kharchenko figura infatti tra i membri ufficiali del corpo diplomatico dell’ambasciata russa in Italia e a lui è assegnato l’incarico di «Primo segretario». Il nome di Andrey Kharchenko è pubblicato nel Cerimoniale diplomatico della Repubblica, la lista ufficiale dei diplomatici stranieri. E l’accredito della Farnesina per il “terzo uomo” – come riporta il Corriere della Sera che è in possesso di un documento ufficiale – è datato 9 luglio 2019, vale a dire esattamente il giorno precedente alla diffusione dell’audio della trattativa al Metropol di Mosca da parte di Buzzfeed.
Al tavolo dell’hotel, i tre italiani e i tre russi stavano negoziando la potenziale compravendita di 3 milioni di tonnellate di petrolio da un’azienda russa all’Eni, anche se l’ente idrocarburi ha più volte smentito la notizia. Lo stesso sito statunitense, autore dello scoop estivo, ha rivelato proprio qualche giorno fa di essere risalito all’identità di due dei tre partecipanti russi presenti al Metropol insieme a tre italiani: Gianluca Savoini – allora presidente dell’associazione Lombardia-Russia ed ex portavoce di Matteo Salvini – l’avvocato Gianluca Meranda e il bancario in pensione Francesco Vannucci.
Chi è Andrey Kharchenko
Azero di origine, 39 anni, Andrey Kharchenko è legato ad Aleksandr Dugin, filosofo e politologo sovranista in linea con Vladimir Putin. Se fosse a tutti gli effetti un diplomatico – come documentato dal Corriere della Sera – a questo punto Kharchenko godrebbe dell’immunità in Italia e dunque non dovrebbe necessariamente spiegare ai pm cosa ci faceva all’hotel Metropol di Mosca quel 18 ottobre 2018.
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