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Omicidio Cerciello, l’ultima notte del carabiniere ricostruita da atti e intercettazioni: «Mario, stai attento»

07 Settembre 2019 - 02:04 Valerio Berra e Sara Menafra
Nelle oltre 200 pagine dell'informativa sono raccolte anche tutte le conversazioni avvenute la sera del 26 luglio tra Cerciello Rega, la Centrale Operativa dei carabinieri e Andrea Varriale

Parole rubate che raccontano di un caso di cronaca che ha spezzato questa estate. Frasi recuperate dalle chat di WhatsApp, dalle conversazioni al telefono e dalle registrazioni tra le pattuglie dei carabinieri.

Una nottata di lavoro nell’estate romana che comincia con i messaggi dal tono sicuro e l’inflessione dialettale: «Tenimm sta situazione per le mani». E finisce con le urla al telefono «Mario, oh guardami, Mario, Mario guardami».

00:15 -

La prima conversazione riportata nell’informativa del Tribunale del Riesame risale alle 00.15 della notte tra il 25 e il 26 luglio. È una foto, inviata dal telefono del maresciallo Mauro D’Ambrosi a quello di Andrea Varriale, il militare che sarebbe stato con Cerciello Rega nel luogo dell’accoltellamento.

Una foto scattata in piazza Mastai, zona Trastevere, in cui viene ritratto Sergio Brugiatelli, l’uomo a cui poi Elder Finnegan Lee e Natale-Hjorth Gabriel Christian avrebbero rubato lo zaino e chiesto un riscatto. Secondo l’informativa, Brugiatelli era sconosciuto ai carabinieri, tanto che veniva definito «il pelato con i muscoli».

Qui il maresciallo Mauro D’Ambrosi stava già pedinando Elder e Natale, per beccarli in flagrante durante lo scambio di droga. Un’operazione tranquilla, visto che D’Ambrosi scriveva a Varriale «Tenimm sta situazione per le mani». Varriale e Cerciello Rega, a mezzanotte avevano cominciato un turno di pattugliamento in borghese, che sarebbe durato fino alle 6.

Che i due ragazzi statunitensi fossero in cerca di droga, era chiaro a D’Ambrosi, che scriveva in dialetto napoletano:

«Si stong arret a due, due polletti che s’vonn accatà! Stann chiedenn a tutt’quant!»

00:57 -

Lo scambio tra D’Ambrosi e Varriale continua. D’Ambrosi era sempre in piazza Mastai, Varriale e Cerciello Rega non erano ancora arrivati. Intanto si cominciava a capire che Natale e Elder avevano trovato qualcuno che avrebbe potuto procurare loro della droga.

«Sono sempre quei due e ci sta il pelato […] che secondo me sta facendo da intermediario […] perchè prima han detto che se volevano fumare con lui ok […] Ma. Non aveva da dargliela […]».

00:59 -

Qui le conversazioni riportano di un altro episodio di quella notte. Varriale e Cerciello Rega sono in servizio in piazza Trilussa. Varriale chiede con una nota vocale a Cerciello di raggiungerlo, perché «sto guardando un italiano che ha preso… sta pigliano i soldi è, avvicinati vieni, vieni qua, vieni qua! […]».

Pochi minuti dopo, sempre attraverso WhatsApp, contattano il carabiniere Giuseppe Lunardi, in servizio alla caserma, per richiedere un controllo alla banca dati.

1:19 -

Da qui la notte dei due carabinieri e quella dei due ragazzi statunitensi si intrecciano. Il maresciallo Pasquale Sansone chiede a Varriale di andare con Cerciello in piazza Mastai.

2:22 -

In questa ora avviene il furto che porta all’incontro tra i carabinieri e i ragazzi. I due statunitensi si impossessano dello zaino di Sergio Brugiatelli e per averlo indietro chiedono soldi e cocaina. Il telefono con cui i due comunicano è proprio quello di Brugiatelli, visto che era conservato nella sua borsa.

La Centrale Operativa dei carabinieri vuole mandare qualcuno al posto di Brugiatelli per lo scambio. Qualcuno in abiti civili, come si capisce da una conversazione tra la Centrale Operativa e la pattuglia Monteverde, formata da altri carabinieri in servizio.

«Tu fammi sapere se riesce a prendere un appuntamento da un’altra parte io mi organizzo subito, con Piazza Farnese».

La pattuglia di piazza Farnese è quella di Varriale e Cerciello Rega. Loro non hanno la divisa, ma sono in “Alfa Charlie”, la formula per indicare gli abiti civili.

2:40 -

Cerciello Rega chiama la Centrale Operativa. Ha incontrato Brugatelli e si accorge di averlo già visto, almeno una volta.

«Noi questo qua, l’amico già l’abbiamo fermato aveva fatto una sola ad una persona».

E poi sulle motivazioni per cui i due gli avevano rubato lo zaino.

«Sì già so chi è, mo vediamo se è veritiera questa cosa».

Sempre in questa conversazione sono riportate anche le ultime parole di Cerciello Rega prima dell’incontro.

Centrale Operativa: «Se gli si avvicinano due, uno biondo e uno moro, sappi che sono quelli del furto»

Cerciello Rega: «Va bene. Va bene. Non ti preoccupare»

3:13 -

Si arriva al momento dello scambio. Quello in cui i due carabinieri si presentano all’appuntamento con i due statunitensi per recuperare lo zaino di Bugitelli. Varriale scrive direttamente a Cerciello dicendogli, in tre messaggi:

«Stai attento»

«Potrebbe essere un diversivo»

«Magari è un altro posto»

3.16 -

Lo scontro è avvenuto. Cerciello Rega è a terra, dopo 11 coltellate inferte in 32 secondi. Varriale chiama la Centrale Operativa. Le parole con l’operatore si mischiano a quelle che scambia con il collega.

«Perde tanto sangue sto tamponando»
«Fa veloce che perde tanto sangue»
«Mario, oh guardami Mario, Mario guardami»
«Sono per strada per terra»
«Mario stai tranquillo Mario»

3.22 -

Un’altra telefonata di Varriale alla Centrale Operativa. Cerciello è sempre più grave, l’ambulanza non è ancora arrivata.

«Mario sta perdendo un sacco di sangue ci serve l’ambulanza, via Pietro Cossa»
«Non è arrivato nessuno, mi passano davanti e non mi vedono!!»

3.22 -

Una delle ultime conversazioni riportate è di pochi secondi dopo la telefonata tra Varriale e la Centrale Operativa. È qui che nell’informativa si racconta di come è partita la fake news sugli aggressori di origine nordafricana. Il primo a diffondere questa informazione sembra sia stato Andrea Varriale, come lui stesso racconta nel suo verbale.

«Non ricordo se ho fornito la descrizione dei due soggetti datisi alla fuga all’operatore della Centrale oppure ai colleghi intervenuti prontamente sul posto, descrivendoli nell’immediatezza come possibili soggetti di etnia nord africana, anche in ragione del fatto che il giovane con il quale sono entrato in colluttazione aveva un colorito che mi era sembrato scuro/olivastro».

Un’informazione che viene riportata anche nel dialogo tra la Centrale Operativa e una delle pattuglie arrivate sul luogo dopo l’accoltellamento.

«Si ricercano due persone di colore. Quindi marocchini hanno accoltellato il collega noi siamo in giro per le ricerche»

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