La Russia al voto, dopo le proteste e gli arresti. A Mosca esclusi tutti i candidati di opposizione (tranne uno)
Nella Federazione russa cittadini e cittadine stanno approfittando delle ultime ore per votare per eleggere governatori, deputati regionali e municipali. Sono oltre 5 mila le elezioni e 13 le regioni coinvolte, tra cui la Crimea.
Si vota anche nella capitale, Mosca, per eleggere 45 deputati al parlamento locale, la Duma, elezioni importanti più dal punto di vista simbolico che politico. I seggi sono aperti fino alle 20.
L’arresto di Navalny e le elezioni a Mosca
A Mosca sono circa 200 i candidati al Parlamento cittadino, solo uno dell’opposizione. Le ultime settimane hanno visto migliaia di cittadini scendere in piazza per protestare contro l’esclusione dei candidati dell’opposizione, in primis Aleksej Navalny, presidente della fondazione anti-corruzione, tra i maggiori oppositori di Putin, arrestato a luglio.
Anche altri noti oppositori, tra cui Ljubov Sobol, sono stati arrestati (e rilasciati in seguito) dopo che le loro candidature erano state respinte dalla Commissione elettorale a metà luglio, scatenando l’ondata di proteste che è durata per otto settimane consecutive.
In tutto sono 12 i deputati esclusi a Mosca. L’azione repressiva è coincisa con un momento di difficoltà – dal punto di vista dei consensi – per il partito del presidente Vladimir Putin, ai minimi storici.
Nessun candidato si è presentato a nome del partito dal lui presieduto, Russia Unita, ma come indipendenti. Non accadeva dal 2001. Queste elezioni saranno infatti un test per misurare la tenuta del partito di Putin che oggi si è recato al seggio per esprimere la propria preferenza. Secondo il sito russo Meduza, a Mosca il sistema elettronico è andato in tilt per circa un’ora.
Si vota anche in Crimea
Nel resto del Paese i cittadini sono chiamati a eleggere i governatori di 16 regioni e i deputati alle assemblee regionali in 13 regioni. Si vota anche in Crimea, la penisola che si affaccia sul Mar Nero, annessa dalla Russia nel 2014 a discapito dell’Ucraina.
Il ministero degli Esteri ucraino ha contestato la legittimità delle elezioni, definendole illegali e invitando i partner internazionali a condannarle. La denuncia avviene un giorno dopo lo scambio di prigionieri tra Mosca e Kiev che aveva segnato un disgelo nei rapporti tra i due Paesi.
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