«Uccisa perché donna e lesbica». Novara dedica il Gay Pride a Elisa Pomarelli
«Ad animare Elisa è stato lo spirito che 50 anni fa ha acceso la miccia dei Moti di Stonewall. Senza inutili giri di parole, Elisa Pomarelli è morta perché ha rivendicato il proprio diritto di rifiutare un uomo». Il proprio diritto, insomma, di vivere liberamente la propria sessualità.
Così si legge sul post su Facebook con cui Novara Pride ha annunciato la decisione di dedicare la manifestazione del 14 settembre alla ragazza di 28 anni uccisa da Massimo Sebastiani. Un tributo al coraggio della ragazza, considerato in continuità con i moti contro le forze dell’ordine che scossero la città di New York nel 1969 e segnarono l’inizio del movimento per l’emancipazione omosessuale.
La polemica
«Questo sabato il corteo di Novara Pride, la sfilata dell’orgoglio omosessuale che conclude la manifestazione nella città piemontese, sarà in suo onore. Elisa – ha spiegato Laura Galasso, presidente di ‘Novara arcobaleno’, l’associazione promotrice del Pride – è stata uccisa come donna e come lesbica. Un particolare, questo, emerso pochissimo, quasi fosse da nascondere».
La polemica di Galasso si muove su due fronti: da una parte Galasso contesta la tendenza della stampa nazionale di nascondere le vere motivazioni dietro al rifiuto da parte di Elisa del suo aggressore. Dall’altra invece, critica il tentativo di «beatificare» Sebastiani, grazie a una eccessiva enfasi sul suo pentimento e sulle doti umane del «gigante buono».
Il delitto
Elisa Pomarelli è stata trovata senza vita a Sariano di Gopparello, nella provincia di Piacenza, il 7 settembre. Massimo Sebastiani, operaio di 45 anni, conoscente e amico della vittima, ha confessato dopo essere stato arrestato dopo una fuga durata due settimane. Arrestato anche Silvio Perazzi, padre di una ex compagna di Sebastiani, accusato di aver aiutato Sebastiani a eludere le ricerche.
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