Zingaretti si sente come papa Francesco, la frecciata a Renzi: «Anch’io mi auguro che non ci sia lo scisma»
Il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti, durante le registrazioni della trasmissione televisiva Porta a Porta, in onda questa sera su Rai Uno, ripercorre l’iter che ha portato alla nascita dell’esecutivo giallorosso e affronta il nodo del ruolo che Matteo Renzi potrà giocare nel futuro del governo M5S-PD.
A chi ha parlato di un “ribaltone” o della volontà popolare tradita, il presidente della regione Lazio replica: «Il cuore della democrazia è il Parlamento dopo che si è votato, una legislatura dura 5 anni, è stato un percorso molto corretto, abbiamo rispettato il percorso di democrazia parlamentare».
Il segretario dem sembra poi voler allontanare le accuse, rivolte ai due nuovi alleati di governo, di timore del voto popolare: «In questi 30 giorni ho cercato di non fare un governo a tutti i costi – ha aggiunto Nicola Zingaretti – Questo governo è nato per creare più lavoro, per bloccare l’aumento dell’Iva, per abbassare lo spread».
Zingaretti ha inoltre insistito sulla correttezza costituzionale del passaggio: «Nel parlamentarismo quando ci sono le condizioni è un dovere verificare le condizioni di un’altra possibile maggioranza. E noi abbiamo aperto – ha continuato – un tentativo di costruire un nuovo governo per non commettere gli errori del passato».
Alla domanda di Bruno Vespa che gli chiedeva che se l’accordo è stato sbloccato quando sono arrivate garanzie da Renzi che la scissione non ci sarebbe stata in tempi brevi, Zingaretti ha risposto: «In parte sì. Per la prima volta dopo molti anni abbiamo vinto la battaglia dell’unità».
A proposito poi della possibilità che lo stesso Renzi crei i suoi gruppi parlamentari, il segretario dem dice: «Non ho avuto modo di parlarci su questo. Se i giornalisti vogliono chiedere a Renzi una cosa, è “perché?”: perché l’unica cosa che non si capisce è perché debba accadere».
Zingaretti rivela inoltre di sentirsi «un po’ come Papa Francesco, che si augura che lo scisma americano non ci sia». Sempre sul ruolo di Matteo Renzi nello scioglimento della crisi il segretario dem chiarisce che «aveva mantenuto il punto di chiusura totale al M5s, poi ha cambiato posizione per evitare il rischio di un precipitare dell’economia, era un dovere etico e morale provare a fare un governo, e ha vinto l’unità del partito».
Per Zingaretti, centrale in questa fase è che il Partito Democratico si sia mostrato compatto. «Sarebbe stata una tragedia – conclude – andare al governo o ad elezioni – in maniera lacerata».
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