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Di Battista torna in tv e ne ha per tutti: «Il Pd ha messo veti su di me nel governo». Salvini? «I suoi ne dicono peste e corna»

12 Settembre 2019 - 19:42 Alessandro Parodi
Per il popolare Dibba il Partito Democratico resta il «garante» dei "poteri forti"

Il governo giallorosso è partito, ma Alessandro Di Battista non rinuncia al suo ruolo di pasionario. In una fase in cui sembra rimasto mediaticamente schiacciato dal dualismo Conte-Di Maio, oltre che dal nuovo attivismo di Beppe Grillo (considerato, insieme a Matteo Renzi, fra il padre del governo Conte 2) il popolare Dibba si ritaglia, ancora, il ruolo dell’antagonista all’interno del Movimento.

Durante le registrazioni della trasmissione Dritto e rovescio, in onda questa sera su Rete 4 ,Di Battista si dichiara scettico sull’alleanza M5S-Pd: «Speriamo bene, che vi devo dire? – dice non molto convinto – Non è un segreto di Stato il fatto che io sia scettico, conosco il Partito Democratico… Vedremo, come tutti i cittadini, mi auguro il meglio».

Sul ruolo di Giuseppe Conte poi, Di Battista va ancor più con i piedi di piombo: «Non lo so. Staremo a vedere. Come tutti quanti i cittadini io sono un elettore, quindi un datore di lavoro dei politici e aspetterò di vedere e giudicherò i risultati».

L’esponente pentastellato ha poi fatto «un grande in bocca al lupo a questo governo sperando che soprattutto si occupi degli ultimi e oggi, per me, – ha aggiunto – l’unico modo per occuparsi degli ultimi in Italia, è aggredire con le sacche di potere le oligarchie a cominciare da una legge seria sul conflitto d’interessi che, secondo me, ripeto: se non c’è mai stata in Italia, più che per responsabilità di Berlusconi, è stata per responsabilità della Sinistra. Queste sono sempre state le mie idee e non le cambio».

Ma quando parla di oligarchie Di Battista non nasconde di riferirsi a qualcuno in particolare: «Ho sentito un’intervista ad Andrea Orlando (Pd) in cui dice che, in questo Paese, i poteri forti non esistono; invece si chiamano De Benedetti, Benetton, Caltagirone, Malagò…sono questi i
miei avversari. Per me il Pd resta il partito garante di questo sistema».

Insomma, per l’ex parlamentare del M5S la porta al Pd resta ancora chiusa. I sentimenti però parrebbero ricambiati dal Partito Democratico. Interpellato infatti su un suo ruolo, che era stato ipotizzato da molti, nel governo giallorosso, Di Battista risponde: «Credo che il Partito democratico abbia, in un certo senso, posto dei veti. Però è pur vero che io avevo esternato, non dico pubblicamente, però lo scrivono i giornali, uno scetticismo rispetto a questa cosa, quindi è anche comprensibile. Poi io sono un uomo piuttosto divisivo: le mie idee sono abbastanza nette da sempre e le metto sempre davanti a tutto. Per me le mie idee sono la cosa più importante che ho, oltre a mio figlio».

L’ultimo affondo è per l’ex alleato Matteo Salvini, con cui, anche durante i quattordici mesi del governo gialloverde, le reciproche stoccate non sono mancate. «State parlando con colui che è sempre stato un acerrimo nemico Di Salvini – ha chiarito Di Battista senza giri di parole – mi voleva “mandare a quel paese” tutti i giorni. Ho contrastato tantissimo anche la Lega da fuori il Parlamento. Personalmente Salvini, mi ha deluso quando si è dimostrato molto pavido di fronte a quelli che sono “i poteri forti”».

Il globetrotter del Movimento non è tenero neanche sulle scelte del leader della Lega dell’ultimo mese: «È vera la storia che Salvini ha proposto a Luigi Di Maio Di fare il premier, lo posso garantire da fonti dirette». E parte il parallelo con lo storico nemico: «Fondamentalmente lui ha avuto lo stesso vizio di Renzi: un’ubriacatura di potere. Un’arroganza tale che l’ha fatto sentire il “re del mondo. Tanta gente ai suoi comizi, tante foto…si è sentito amato più di ogni altro, ma ha sottovalutato le regole parlamentari e ha commesso un autogol clamoroso».

Poi, l’indiscrezione, il retroscena che getta un’ombra sul potere granitico di Salvini all’interno del Carroccio. Suggerisce Di Battista: «Ho rapporti diretti con ex ministri e politici della Lega, pubblicamente sono compatti e difendono il Capitano poi, privatamente, ne dicono di peste e corna. Se non mantieni i piedi per terra, ancorati alla realtà, rischi di montarti la testa e, secondo me, si è montato la testa ed ha preso una craniata».

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