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Draghi, finale col botto: torna il quantitative easing per rilanciare l’Eurozona. Ecco come funziona

12 Settembre 2019 - 15:40 Redazione
Fra poche settimane la guida della Bce passerà alla francese Christine Lagarde

Dopo nove mesi, torna il bazooka della Banca Centrale Europea per rilanciare l’economia dell’Eurozona e tutelare i titoli sovrani dei singoli paesi sui mercati. Il programma della Bce di Quantitative Easing da 20 miliardi al mese è lo stimolo più forte da tre anni e mezzo a questa parte. L’istituzione ha anche limato ulteriormente il tasso sui depositi. Sono queste le ultime decisioni forti dell’era Draghi: il presidente italiano della banca che ha sede a Francoforte passerà, tra poche settimane, le consegne alla francese Christine Lagarde. Secondo Mario Draghi, i Paesi che hanno spazio di manovra sul fronte dei conti pubblici dovrebbero utilizzarlo «in maniera efficace e tempestiva» per fronteggiare la situazione economica più difficile. Il quasi ex presidente della Bce ha poi sottolineato che i Paesi ad alto debito dovrebbero invece mantenere una politica di bilancio «prudente».

Cos’è il Quantitative Easing

L’allentamento quantitativo, più conosciuto con la locuzione inglese Quantitative Easing, è un insieme di strumenti che le banche centrali utilizzano per intervenire nel sistema economico e, in generale, aumentare il quantitativo di moneta in circolazione. Negli ultimi anni è stato il cavallo di battaglia di Mario Draghi: il banchiere italiano ha, dal 2015, fatto ricorso a questa misura per dare una spinta alla ripresa economica dell’Eurozona. Altri casi recenti sono quelli del Giappone, nel 2006, per contrastare il rischio deflazione, e di Stati Uniti e Regno Unito nel 2008.

Le banche centrali sono solite dare il via all’allentamento quantitativo quando ridurre il tasso d’interesse, ovvero abbassando il costo del denaro per banche, imprese e famiglie, non è più sufficiente a dare un boost all’economia reale. Questa politica monetaria espansiva prevede:

  • la stampa di nuova moneta da parte della banca centrale;
  • la sua immissione sui mercati attraverso l’acquisto di titoli;
  • l’apprezzamento di quei titoli (di Stato o finanziari) e la riduzione dei rendimenti delle cedole;
  • di riflesso, riduzione dei mutui, dei debiti privati e maggiore disponibilità delle banche a erogare prestiti e finanziamenti.

Ma non sempre, quando si utilizza il Quantitative Easing, tutto va per il verso giusto: con la circolazione di nuova moneta, esiste il rischio di avviare una spirale di aumento dell’inflazione, difficile da fermare.

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