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Incidente sulla metro di Roma. I pm: «Bloccati i freni per ridurre le spese di manutenzione» – Le carte

12 Settembre 2019 - 14:10 Sara Menafra
Tra le ipotesi più accreditate sui guasti alle fermate Repubblica e Barberini, quella di manomissioni e nessuna manutenzione

Intercettazioni in cui gli indagati (tra dipendenti dell’azienda comunale Atac e l’appaltante Metro Roma Scarl) si accordano sul fatto che sia meglio correre il rischio di qualche incidente, ma il servizio di trasporto – scale mobili comprese – deve rimanere aperto.

E freni addirittura bloccati per ridurre i costi del servizio di manutenzione. Gli stessi freni che, se avessero funzionato, avrebbero potuto evitare l’incidente del 23 ottobre dello scorso anno, quando alcuni tifosi del Cska Mosca furono coinvolti nel cedimento delle scale mobili alla stazione Repubblica, centralissimo snodo di Roma, a due passi dalla stazione. Alcuni di loro sono stati feriti anche in modo grave.

Le prime conclusioni dell’inchiesta della Polizia, coordinata dai procuratori aggiunti della procura di Roma Paolo Ielo e Nunzia D’Elia, sono da brivido lungo la schiena. L’ordinanza di misura cautelare interdittiva è nei confronti di quattro persone, due dipendenti di Metro Roma e due di Atac, in merito ai guasti sulle scale mobili delle stazioni metro di Roma, Repubblica e Barberini. Il gruppo è accusato, a vario titolo, di frode nelle pubbliche forniture e lesioni personali colpose aggravate.

E appunto, il consulente ha spiegato chiaramente che le scale mobili della stazione Repubblica erano state “auto manomesse” dagli stessi dipendenti dell’azienda appaltante.

Ad inchiodare i tre dipendenti di Atac e il dirigente di MetroRoma, oltre ad alcuni indagati, ci sono anche intercettazioni nelle quali emergono comportamenti “volti ad inquinare le prove”, come ha ricostruito la Squadra mobile, guidata da Luigi Silipo: «”Nonostante l’incidente alla fermata Repubblica – sostengono gli inquirenti – gli indagati “non adottavano alcuna condotta idonea alla salvaguardia della sicurezza degli utenti delle linee della metropolitana di Roma” tanto che il 21 marzo 2019 si verificò un nuovo incidente a Barberini”.

Il tentativo di nascondere le prove di quanto era accaduto, prima nella metro Repubblica e poi alcuni mesi dopo (senza incidenti) a Barberini, si sarebbe spinto al punto di contestare la relazione della ditta che aveva prodotto le scale mobili, la Otis. Che aveva fatto notare le gravi anomalie nella manutenzione delle scale.

Dopo la consegna della relazione, infatti, gli indagati avevano persino commentato tra loro che il rischio c’era sì, ma di 700 scale mobili presenti in città potevano caderne solo “tre o quattro”.

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