Richetti via dal Pd senza pagare i debiti? Il senatore contrattacca: «Qualcuno ha deciso di infangarmi con la menzogna»
Il senatore Matteo Richetti, insieme a Carlo Calenda e sul fronte pentastellato a Gianluigi Paragone, sembra guidare il fronte di quelli che dicono no alla neonata alleanza giallorossa di governo. Richetti, che ha deciso di astenersi sul voto di fiducia all’esecutivo Conte 2, lascerà il Partito Democratico e approderà nel gruppo misto. Solo tre giorni dopo passaggio parlamentare che di fatto ha dato il via al secondo governo a guida Giuseppe Conte, Richetti accusa il suo ormai ex partito di operare una campagna di delegittimazione nei suoi confronti. Il tema è quello dei contributi che ogni parlamentare democratico è tenuto, per statuto, a versare al partito e che ora il Pd chiede a Richetti. Ma il senatore non ci sta e minaccia querele. Scrive infatti in un post su Facebook: «Il problema che tutto quello che si sta scrivendo su questa storia dei contributi sia clamorosamente FALSO non è la questione principale. Visto che qualcuno non ha argomenti – ha continuato Richetti – e ha deciso di infangarmi con la menzogna, ho appena dato mandato ai miei legali di querelare chiunque leda la mia reputazione e la immagine. Se uno non è in regola con i versamenti non è candidabile per statuto del Pd. Basta poco».
Il post di Richetti è in realtà la condivisione, con commento, di un altro status: quello della moglie Sonia Pellati. A cui Richetti premette: «Ciò che non vi perdonerò mai è tutta la cattiveria e il rancore che fate respirare alle persone che mi stanno vicino. Siete la migliore dimostrazione di cosa avete fatto diventare la politica». Nel post di Pellati viene riportata infatti una telefonata fra la donna e lo stesso Richetti in cui sono riferite le reazione dei figli agli attacchi subiti dal padre: «Vi avevo avvertito che sarebbe successo. Ero sicuro che non avendo argomenti rispetto alle mie riflessioni non rimaneva che sporcare me», avrebbe detto Richetti durante la conversazione riportata. «Si, l’avevi detto. Ma sai, non è mai bello. E poi sono grandi, si interessano, seguono la politica. E non si capacitano di come un partito denuncia la politica della delegittimazione continua e poi la usa per i suoi componenti», avrebbe risposto la coniuge.
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