Italiani popolo di pessimisti, la fotografia dal rapporto Coop: stipendi e prospettive sul futuro, perché la vediamo così nera
Siamo i più pessimisti d’Europa. Siamo i più preoccupati per i nostri figli e per il futuro dell’Ue, anche se solo poco più del 10% di noi penserebbe a uscire dall’Euro. Nel rapporto sui nostri consumi, delle nostre spese e delle nostre famiglie pubblicato da Coop, troviamo un’Italia impaurita, e forse anche un po’ stanca.
Una diagnosi che non stupisce dato che gli italiani lavorano in media 360 ore in più all’anno rispetto ai tedeschi continuando però a guadagnare molto meno: gli stipendi in Italia sono il 30% più bassi che in Germania. Nonostante un costante aumento negli ultimi 5 anni, il nostro è l’unico Paese, con la Spagna, in cui gli stipendi non hanno mai raggiunto i livelli pre-crisi.
La spesa delle famiglie era aumentata per 5 anni ma nel 2018 ha subìto un rallentamento, nonostante i prezzi dei generi alimentari siano cresciuti meno in Italia rispetto al resto d’Europa. Ma il 64% degli italiani dichiara di spendere «solo il necessario», facendo aumentare ulteriormente quella propensione tipicamente nostrana a mantenere i fondi in banca piuttosto che a investirli.
«Le difficoltà economiche della famiglie sono chiare, soprattutto se si prende in considerazione la classe media, che si è ridotta in 10 anni 6 milioni di persone e che oggi vede di molto deteriorarsi le proprie condizioni di vita: basti pensare che una persona su due di quanti si dichiarano appartenere alla classe media non arrivano alla fine del mese» ha spiegato all’Ansa Albino Russo, direttore dell’Ufficio studi Coop.
Abbiamo sempre più paura di essere aggrediti, nonostante la nostra criminalità, già al di sotto della media europea, sia ulteriormente calata. Questo determina una domanda crescente di armi a scopo di difesa personale: nel 2018 le licenze per porto d’armi sono aumentate del 13,8% e le ricerche su Google sul tema del 50%. Complici i media, spiega Russo, che diffondono tra le altre la sensazione di vivere in un mondo che pullula di crimini e aggressioni.
Altra opinione distorta è quella dell’immigrazione: nonostante solo una persona su 11 che risiede stabilmente in Italia sia di origine straniera, la percezione degli italiani supera di tre volte il dato reale. Secondo l’indice Nim i sentimenti nazionalistici, anti-immigrazione e anti-minoranze religiose sono molto più diffusi in Italia che nel resto dell’Europa: i livelli nel nostro Paese sono simili a quelli del blocco di Visegrad.
Quella che sembra essere l’unica nota positiva in calce a un rapporto dai toni tetri è un’interesse in crescita verso le tematiche ambientali. Il 55% degli italiani vorrebbe vivere in un’abitazione green e in molti fanno già uso di cosmetici e indumenti ecosostenibili. Per questi, sembra che il 68% di noi sia disposto a pagare un sovrapprezzo.
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