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Il sindaco di Lampedusa: «Accoglienti sì ma idioti no». La telefonata del Viminale: «In 48 ore migranti in Sicilia» – L’intervista

14 Settembre 2019 - 13:48 Chiara Piselli
«La nave era molto più vicina alle coste siciliane che a Lampedusa. Lamorgese ha sbagliato indirizzo», tuona di primo mattino Martello. Poi arriva la telefonata dal ministero: «In 48 ore partiranno per la Sicilia»

«La Ocean Viking era molto più vicina alle coste siciliane che a Lampedusa. Accoglienti sì, ma cretini no». Questa la reazione a caldo del sindaco di Lampedusa Totò Martello alla notizia dell’assegnazione di un porto sicuro alla Ocean Viking, la nave della Ong Sos Mediterranée, rimasta per giorni in mare con 82 migranti a bordo.

Per questo – in un colloquio con l’AdnKronos – Martello ha lanciato il suo attacco alla neoministra dell’Interno Lamorgese. «Noi siamo pronti ad alzare la voce e non sarà una voce di pace».

«Forse – si è domandato retoricamente Martello – la ministra dell’Interno pensa che i lampedusani siano degli emeriti idioti? La cosa non funziona. L’isola non può essere la soluzione a tutti i problemi. La ministra ha sbagliato indirizzo».

La telefonata del Viminale

Dopo le dure dichiarazioni del sindaco, imbarcatosi intorno alle 10.30 alla volta dell’isola, è arrivata una telefonata dal ministero dell’Interno con le spiegazioni rispetto alla scelta di Lampedusa come porto sicuro invece di Empedocle.

Sindaco, come le è stata motivata la scelta di Lampedusa nonostante la Ocean Viking – stando alla sua denuncia – fosse più vicina alla Sicilia?

È stato solo un problema tecnico. Così mi hanno spiegato dal ministero dell’Interno. Perché qui a Lampedusa l’hotspot ora è completamente libero mentre in Sicilia al momento non ci sono posti liberi.

Mi è stato assicurato che tempo 48 ore e i migranti saranno trasferiti in Sicilia. Con questa spiegazione del Viminale cominciamo a ragionare perché significa che Lampedusa viene presa in considerazione.

Quando all’inizio ho sentito che sarebbero venuti qui mi sono immediatamente preoccupato perché mi sono detto: allora siamo sulla stessa lunghezza d’onda del governo precedente.

Perché se io sono vicino alle coste siciliane non capisco per quale motivo devo fare marcia indietro. Ora che il Viminale mi ha informato del problema tecnico comprendo e staremo a vedere.

Ha apprezzato la telefonata?

Sì. Eravamo abituati a un modo diverso di fare con il governo precedente. Nessuno si è mai fatto sentire. Prendevano decisioni anche con l’hotspot pieno. Ora che c’è stata la telefonata dal ministero degli Interni sono soddisfatto. Sempre che le cose stiano effettivamente così.

Che idea si sta facendo della gestione del tema in questi primi giorni di governo?

È normale che ci vorrà un pochino di tempo per capire come stanno le cose e come opererà questo nuovo governo. Però già che ci sia stata una telefonata che nel governo precedente non c’è mai stata – dal ministero degli Interni all’amministrazione di Lampedusa – è già un segnale.

Che poi non è che chiediamo chissà cosa. Chiediamo solo di essere rispettati e di essere presi in considerazione. Lampedusa non può essere la soluzione a tutti i problemi. Non può essere consegnato unicamente all’isola il fardello del problema migranti, mentre da tutto il resto d’Italia riceviamo solo critiche.

Cosa pensa della trattativa in corso per l’accordo con Francia e Germania sulla redistribuzione?

È quello che abbiamo detto in tutto questo periodo. Bisogna sedersi intorno a un tavolo con tutta l’Europa e ragionare in modo costruttivo, discutere degli sbarchi e della redistribuzione e dell’immigrazione in generale, del global compact.

Adesso si trova sull’isola?

Sì, sono sbarcato intorno alle 12.30. Intanto, a quanto pare, la guardia costiera andrà con le vedette a prendere i migranti per il trasbordo.

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