Julian Assange deve restare in carcere. I giudici: «C’è pericolo di fuga»
Julian Assange, fondatore Wikileaks, resterà in carcere anche dopo la scadenza della pena inflitta nella sentenza dalla Southwark Crown Court. La Corte inglese, lo scorso maggio, ha condannato Assange a 50 settimane di carcere, per violazione della libertà provvisoria.
La pena si riferisce al 2012, quando anziché consegnarsi alle autorità inglesi per esser estradato in Svezia, il fondatore di Wikileaks chiese protezione all’ambasciata dell’Ecuador di Londra. Ma nell’aprile 2019, Assange è stato accusato dal presidente dell’Ecuador Moreno di aver violato le condizioni dell’asilo politico, facendo decadere lo stato di protezione, ed è stato poi arrestato dalla polizia inglese.
Assange avrebbe dovuto uscire dal carcere il 22 settembre 2019, ma la Corte di Westminster, temendo la reiterazione del reato di violazione della libertà provvisoria, ha deciso di prolungare la detenzione in attesa di estradizione.
Il fondatore di Wikileaks è in attesa di estradizione verso gli Stati Uniti dopo che il ministro degli Interni del Regno Unito, Sajid Javid, ha firmato lo scorso 13 giugno l’ordine di rientro coercitivo negli Usa, in attesa della sentenza definitiva sull’estradizione, che è prevista per il febbraio 2020.
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