Dopo Bibbiano, «parlateci di Riccione»? Arrestata per truffa a donne vittime di violenza. Cosa c’è di vero dietro la gogna social
Clarissa Matrella, l’ex presidente della onlus Butterfly di Cattolica impegnata nel settore della tutela delle vittime di violenza di genere, è stata arrestata il 12 settembre 2019 con le accuse di truffa, minacce, estorsione e falso.
Era stata denunciata da una ventina di vittime perché avrebbe proposto servizi a pagamento per vincere le cause di affido dei minori, ma le indagini avrebbero scoperto che intascava i soldi chiesti alle amministrazioni locali e regionali – denaro pubblico – a titolo di rimborsi o finanziamenti per progetti di aiuto sociale e psicologico per minori. Con quei soldi, secondo l’accusa, si sarebbe pagata affitto e cene. L’inchiesta era partita nell’agosto del 2017, tra le accuse anche atteggiamenti estorsivi nei confronti delle vittime.
A seguito dell’arresto è iniziato a circolare, il 15 settembre 2019, un post Facebook – con il cognome scritto sbagliato – in cui viene ritenuta «di Fratelli d’Italia»:
E ADESSO PARLATECI DI RICCIONE Si chiama Clarissa Martella, è di Fratelli d’Italia ed era la presidente di un’associazione che si occupa di abusi sulle donne. I carabinieri di Riccione l’hanno arrestata perchè intascava i soldi erogati dalle amministrazioni e dalla Regione, per progetti d’aiuto sociale e psicologico per minori e, non contenta, estorceva denaro e minacciava le donne che avrebbe dovuto difendere
In altri post, dove il cognome continua ad essere scritto in maniera sbagliata, viene riportata la sua foto:
L’intento dei post Facebook come questo è quello di intraprendere un filone simile a quello di Bibbiano dove un delitto viene associato a un partito politico, in questo caso con Fratelli d’Italia.
Si può dire su Clarissa Matrella è che sosteneva pubblicamente il partito e in particolare Giorgia Meloni:
Ecco lo screenshot delle foto pubblicate sul suo profilo Facebook:
In un post del 28 agosto 2019 parla di un incontro con Fratelli d’Italia:
In 150 per l’incontro con Fratelli d’Italia favoloso si moltiplicheranno
Le prossime cene saranno molti di più…
Il 27 agosto 2019 si era tenuta a Rimini una cena organizzata proprio da Fratelli d’Italia:
Quella sera erano «oltre 100 amici», come riporta in un post il coordinatore provinciale Federico Brandi:
In un post del 9 agosto scrive che le donne iniziano a iscriversi al partito:
Dobbiamo alzare i voti è ora che le donne iniziano a iscriversi al partito. Noi possiamo cambiare il processo soft utilizzato fino ad oggi. Io sono con Giorgia Meloni. #FratellidiItalia
Clarissa con il partito di Giorgia Meloni non ha comunque alcun legame formale. Come chiariscono direttamente da Fratelli d’Italia: «La persona in questione non è di Fratelli d’Italia, non è mai stata iscritta al partito né ha avuto mai incarichi di partito e nemmeno elettivi, insomma non ha nulla a che fare con Fratelli d’Italia».
La donna, che aveva anche pubblicato lo spot su come si vota per le elezioni 2019, semplicemente si si identifica in FdI come possiamo vedere dal post del 29 agosto 2019: «Noi siamo coerenti scendiamo in piazza #fratellidiItalia».
Altra cosa certa è che nel nostro paese vige il principio in cui una persona è innocente fino a condanna definitiva e questa non è ancora giunta per Clarissa Matrella e per molti altri che devono ancora affrontare, se necessario, i tre gradi di giudizio. Parole che vengono espresse nel post Facebook del Dipartimento tutela Vittime Regione Emilia-Romagna di Fratelli d’Italia pubblicato proprio nel giorno dell’arresto di Clarissa, già ospite della pagina nel 2017:
È di oggi la notizia che Clarissa Matrella ex presidente di una nota associazione del territorio, sembrerebbe accusata di truffa, malversazione ed altri reati. Senza entrare nel merito delle indagini, ancora in corso ed essendo garantisti fino a condanna definitiva. Speriamo che sia data priorità a questo tipo di indagini utilizzando tutti i mezzi a disposizione. Non è possibile che ad oggi non esista un ente preposto a VIGILARE su chi fa richiesta, sempre più spesso, di tali fondi. Ogni giorno nascono Associazioni con il solo scopo di LUCRO. Vuoi per la violenza, vuoi per i minori, per gli anziani o per gli immigrati. Chi ne va di mezzo come sempre sono le vittime, le persone deboli, in questo caso sembrerebbe che chiedesse contributi alle stesse donne che avrebbe dovuto tutelare. Persone che già fanno fatica a fidarsi degli enti e che in questo caso subiscono un doppio danno. Chiediamo da sempre una mappatura di queste strutture per capire come funzionano, con quali fondi e da chi sono seguite. L’istituzione di un Ministero delle Pari-Opportunità potrebbe essere fondamentale per monitorare queste associazioni e la gestione dei fondi. Questo arresto provoca sgomento perché la fiducia che si ripone in queste associazioni che si presentano per difendere donne e uomini vittime di violenza poi risulta mal riposta se tali accuse risultassero verificate e veritiere.
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