Bellomo, il gip rimanda l’archiviazione. L’ex giudice nega lo stalking sulle studentesse: «Oggi sono magistrati»
Il giudice per le indagini preliminari Guido Salvini si è riservato di decidere in merito alla richiesta di archiviazione presentata dai pm milanesi Cristian Barilli e Antonia Pavan sul caso di Francesco Bellomo, l’ex membro del Consiglio di Stato accusato di atti persecutori e violenza privata nei confronti di quattro studentesse della sua scuola di formazione giuridica “Diritto e Scienza”.
Bellomo, tornato in libertà a fine luglio dopo essere stato arrestato su disposizione della procura di Bari in un altro filone dell’inchiesta, non ha partecipato all’udienza di oggi 16 settembre al Palazzo di Giustizia di Milano. L’imputato ha presentando invece una memoria scritta in cui ha raccontato «la sua attività e il suo vissuto».
Sul fronte barese, al momento il Riesame ha revocato i domiciliari e riqualificato le accuse. Sul fronte dell’indagine milanese, invece, dove le quattro studentesse non hanno presentato denuncia, i pm hanno ritenuto che tra Bellomo e le studentesse ci fosse «una rete di scambi connotata da reciprocità».
«Sebbene molte delle richieste rivolte alle borsiste siano apparse inconferenti con quelli che sono i normali caratteri di un rapporto di collaborazione accademica e siano state sovente avanzate con insistenza attraverso telefonate in tarda serata e invio di e-mail – commentano i pm chiedendo l’archiviazione – non può ritenersi che le stesse valgano ad integrare una condotta abituale di molestia e minaccia».
Le posizioni della difesa
Come ha sintetizzato il suo legale, l’avvocato Beniamino Migliucci, Bellomo ha scritto di non aver fatto «mai nulla di male». «Queste studentesse dei miei corsi, poi, sono diventate tutte magistrati».
«Noi condividiamo assolutamente in tutti i suoi punti la richiesta di archiviazione della Procura che non ha ravvisato reati», ha spiegato l’avvocato Migliucci ai cronisti dopo la discussione davanti al gip.
«Le studentesse erano libere di accettare i contratti, qualcuna li accettava altre no, nessuna di queste ha mai ricevuto pregiudizi, l’unico cambiamento in positivo per loro è che sono diventate magistrati». Nei prossimi giorni il giudice dovrà decidere se archiviare o meno l’indagine, come chiesto dai pm.
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