Attacco alle raffinerie saudite, la provocazione dell’Iran di Rouhani: «Lo prendano come avvertimento»
Il presidente iraniano Hassan Rouhani ha appena commentato il bombardamento degli impianti petroliferi di Abqaiq in Arabia Saudita dello scorso sabato con una dichiarazione provocatoria che, pur negando il coinvolgimento del suo Paese, sembra quasi un’ammissione di responsabilità. «L’Arabia Saudita – ha dichiarato Rouhani – dovrebbe vedere l’attacco alle strutture petrolifere della società nazionale petrolifera Aramco come un avvertimento per porre fine alla sua guerra nello Yemen». Dopo gli attacchi il presidente Usa Donald Trump aveva puntato il dito contro l’Iran, aggiungendo però di voler attendere conferme sulle responsabilità e le valutazioni dell’Arabia Saudita.
«Stiamo vedendo se l’Iran è dietro a questi attacchi. Non voglio una guerra con l’Iran, cercherò di evitarla, ma gli Usa sono pronti con le migliori armi, jet, missili e altri sistemi» aveva dichiarato il presidente americano. Ma a quanto pare l’Arabia Saudita ha le prove. Il ministro della Difesa saudita ha annunciato che stasera rivelerà nuove prove – le armi usate negli attacchi – che “dimostreranno” il coinvolgimento dell’Iran. Lo riferiscono media sauditi nel comunicato emesso in tarda ora ieri e ripreso dalla tv satellitare al Arabiya.
La Cnn: non è stato lo Yemen
Negli ultimi giorni la Cnn ha detto di aver ricostruito la traiettoria dei missili, escludendo che siano stati lanciati dallo Yemen. Secondo l’emittente statunitense, che cita una fonte vicina all’indagine, gli inquirenti sauditi e americani hanno determinato l’origine dell’attacco «con una probabilità molto alta». Stando alla fonte consultata dalla tv americana, sono stati utilizzato missili Cruise che hanno voltato a bassa quota. A rivelare l’origine delle decine di proiettili sparati contro la raffineria c’è anche la traiettoria: sarebbero partiti da nord.
Non vi sarebbero quindi «assolutamente indicazioni, ha aggiunto la fonte della Cnn, che questi missili potessero venire da sud, specialmente non dal troppo lontano Yemen. Gli inquirenti hanno quindi ricostruito una traiettoria di volo dei missili sopra l’Iraq meridionale, attraverso poi lo spazio aereo del Kuwait per poi raggiungere i loro obiettivi. Una traiettoria che indicherebbe che si voleva tenere coperto il punto di lancio. Il Kuwait ieri ha annunciato di aver avviato un’inchiesta su avvistamenti di missili e droni poco avvenuti poco prima che venissero colpiti gli obiettivi sauditi.
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