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Migranti, a Lampedusa hotspot strapieno e sbarchi continui. In arrivo una delegazione del Viminale

18 Settembre 2019 - 19:47 Angela Gennaro
«L'ho sempre detto: gli sbarchi, a Lampedusa, non si sono mai fermati», chiosa il sindaco dell’isola. Oggi un gommone con oltre 100 persone è arrivato direttamente in porto

Il nuovo corso del Viminale passa da Lampedusa: una visita ufficiale di una delegazione del ministero dell’Interno e del dipartimento che si occupa di immigrazione è infatti prevista nell’isola per il 25 settembre prossimo. «Per vedere di persone la situazione, ci hanno spiegato», dice a Open il sindaco di Lampedusa, Totò Martello.

Già, perché nella piccola isola del Mediterraneo, lunga poco più di dieci chilometri e simbolo della questione migratoria e del ruolo dell’Italia, l’emergenza non è emergenza ma quotidianità. Da anni. «Una cosa voglio che sia chiara: non è che gli sbarchi sono aumentati ora che c’è un nuovo governo. L’ho sempre detto: gli sbarchi, a Lampedusa, non si sono mai fermati», chiosa il primo cittadino dell’isola porta d’Europa.

Non si sono fermati nell’era dei porti chiusi e della lotta alle Ong del precedente governo, non si fermano ora che al ministero dell’Interno Luciana Lamorgese ha preso il posto di Matteo Salvini.

L’hotspot in crisi

Ecco perché periodicamente, ad andare in crisi, è l’hotspot di Lampedusa: «Al momento ci sono quasi 200 persone», spiega Martello a Open. In una struttura che potrebbe al massimo contenerne 96. «Quello che, va detto, sta funzionando è il ricambio: stamattina 86 persone sono state portate via dall’hotspot e trasferite a Porto Empedocle. Quindi contiamo che anche l’attuale situazione di sovrannumero rientrerà nelle prossime ore».

L’allarme sulla gestione dell’hotspot arriva in mattinata da Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap). «Sbarchi continui. Nelle prime settimane di questo mese, 570 persone sono sbarcate a Lampedusa e il sistema sicurezza è già in tilt. Il personale non è sufficiente per gestire la situazione», dice il Sap in una nota.

«Attualmente sull’isola abbiamo 4 squadre da 10 uomini, tra Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, impiegate in turni in quarta. In realtà, le squadre dovrebbero essere cinque», dice Paoloni. «Spesso una delle squadre è impiegata per gli accompagnamenti, lasciando inevitabilmente scoperto uno dei quadranti nel turno di 24 ore. Questo costringe le restanti tre squadre a effettuare doppi turni, talvolta anche in maniera consecutiva, iniziando il turno regolare alle 19 per poi giungere, tra viaggio e altro, a casa esausti, alle 21 del giorno seguente. È inammissibile lavorare in queste condizioni, con poco personale, due squadre in meno e con turni massacranti», tuona Paoloni. «Ne va della sicurezza e del benessere psicofisico dei colleghi».

Gli sbarchi

Gli sbarchi, fantasma o autonomi, non si sono mai fermati. Stamane un barchino con a bordo 13 persone è approdato direttamente nell’isola: appena sottocosta i migranti hanno raggiunto in modo autonomo la terraferma. Poco dopo, prima delle 12, «un’altra imbarcazione con altre 102 persone è stato avvistato dagli operatori dell’Area Marina Protetta che hanno allertato la Capitaneria di Porto», racconta il sindaco Martello a Open. L’imbarcazione è arrivata poi in porto a Lampedusa e le persone sono state portate nell’hotspot dell’isola.

Il sindaco di Lampedusa e Linosa in queste ore è a Roma per lanciare, insieme al sindaco di Bologna, Virginio Merola, un appello ai comuni per adottare il «Global compact in Comune»: un’iniziativa rivolta alle amministrazioni comunali di tutta Italia, alle istituzioni locali e alla società civile per promuovere «dal basso» i contenuti e i principi del ‘Global compact for migration’, il documento predisposto dalle Nazioni Unite «per una migrazione sicura ordinata e regolare». Nell’appello, presentato oggi in conferenza stampa al Senato, i due sindaci chiedono alle amministrazioni comunali di recepire i principi del Global compact attraverso l’approvazione di una delibera di giunta.

In mare

Sono 109 i migranti attualmente a bordo (dopo due operazioni di soccorso) della Ocean Viking, la nave della ong Sos Mediterranée e Msf impegnata in zona Sar libica. La nave umanitaria ha rifiutato, come già in passato, l’indicazione, da parte della Libia, di riportare le persone indietro.

Sono state invece soccorse dalle autorità maltesi le 45 persone in difficoltà su un barchino segnalato in mattinata da Alarm Phone: tra loro anche una donna incinta per la quale si temeva un aborto. Secondo l’Agi, sarebbe stata aerotrasportata a Malta.

«Abbiamo avuto conferma che le persone sono state soccorse e verranno portate a Malta», twitta Alarm Phone. «Quello che non abbiamo, invece, è una convincente spiegazione sul perché i soccorsi siano arrivati così in ritardo, rischiando senza ragione le vite di coloro che sono a bordo».

«Una barca di legno in pericolo vicino a Malta, con 45 persone a bordo, incluse donne e bambini. Alle h8.59 CEST siamo stati allertati da un gruppo di #migranti che aveva lasciato Tripoli, in #Libia. Alle h 9.10 abbiamo informato le autorità di #Malta», raccontavano in mattinata su Twitter. Alle 10.40 Alarm Phone twitta ancora: «Abbiamo parlato di nuovo con le circa 45 persone in pericolo. Hanno detto di essere in mare da già 2 giorni”.

In copertina Ansa

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