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Porta a Porta, la controversa intervista di Vespa a una donna scampata a un femminicidio

18 Settembre 2019 - 13:56 Redazione
«Però, signora, se avesse voluto ucciderla l'avrebbe uccisa». Com'è andata l'intervista di Vespa alla donna sopravvissuta a un tentato omicidio

Nella stessa puntata in cui gli occhi dell’Italia erano puntati su Porta a Porta per l’intervista a Matteo Renzi, il conduttore Bruno Vespa ha intervistato Lucia Panigalli. La donna è sopravvissuta per miracolo a un assalto organizzato da Mauro Fabbri, un uomo che aveva frequentato per qualche mese. Un’intervista che ha scatenato però l’indignazione e le proteste di telespettatori e associazioni femministe, come Non Una Di Meno.

L’intervista

«Temo per la mia vita. Per una storia che è stata poco più di un flirt», spiega la donna invitata su Rai Uno. Ora Lucia abita a pochi chilometri di distanza Fabbri, che ha finito di scontare la sua pena ed è in libertà. «Signora, 18 mesi sono un bel flirtino», risponde sorridendo Vespa. «L’intenzione omicida di quest’uomo nei miei confronti rimane. Non si è pentito. E’ stato assolto, ma, umanamente..», prova a spiegare Panigalli durante l’intervista. Vespa risponde allargando le braccia: «è stato assolto». «Secondo la giustizia lui è innocente», insiste il giornalista riferendosi all’assoluzione rispetto ad alcune intercettazioni in carcere che dimostravano gli accordi presi con un compagno di cella per uccidere la ex compagna. «È stato assolto perché il reato non è previsto, non perché non esiste», insiste pacatamente Lucia. «Esiste ma non è un reato!», ride Vespa. Ora Fabbri abita a 4 chilometri di distanza da Lucia, che, benché possa contare su alcune forme di scorta (che abbassano non di poco la qualità della vita della donna), non riesce a vivere serenamente la sua vita. Alla fine, Vespa si avvia verso la fine dell’intervista dicendo: «Però se avesse voluto ucciderla l’avrebbe uccisa». Mentre il giornalista fa leva sull'”amore folle” di Fabbri (a un certo punto chiede alla donna se avesse per caso un’altra relazione), Lucia risponde raccontando i dettagli agghiaccianti dell’aggressione, alla quale è sopravvissuta per miracolo.

La vicenda

La vicenda è lunga e complessa. La notte del 16 maggio 2010, Lucia Panigalli viene brutalmente aggredita da un uomo con il viso coperto da un passamontagna armato di coltello. La donna viene colpita due volte al volto, e una volta a terra l’aggressore cerca di ucciderla calciandole il cranio con scarpe da lavoro. Quell’uomo era Mauro Fabbri, un uomo lasciato dalla donna dopo un rapporto incostante di un anno e mezzo. Fabbri viene condannato per tentato omicidio a scontare la pena di 8 anni e sei mesi. Grazie alla buona condotta, l’aggressore è già libero. Una buona condotta però controversa: durante il periodo in carcere, Fabbri commissiona al compagno di cella l’omicidio di Lucia: in cambio gli promette un trattore, un auto e 5mila euro. A testimoniare il patto ci sono diverse registrazioni ambientali recuperate dalle autorità carcerarie. Il fatto gli costa un secondo processo nel 2017, ma stavolta le cose vanno diversamente: Fabbri viene assolto. L’accordo per un reato senza la sua messa in pratica non è punibile penalmente. Il commento del legale dell’aggressore, intervistato durante il servizio di Rete 4, è il seguente: «Come dice il buon senso, non si può fare un processo alle intenzioni. Le sentenze sono ineccepibili e giuste».

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