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Israele, Gantz rifiuta l’offerta di Netanyahu per una “grande coalizione”

20 Settembre 2019 - 07:24 Redazione
Siamo ancora in fase di negoziati: il presidente della Repubblica, Reuvlen Rivlin, aprirà ufficialmente le consultazioni domenica

Un suo dietrofront in questo momento sarebbe risultato strano visto che Benny Gantz è entrato in politica proprio per spodestare Benjamin Netanyahu. Infatti, colui che molto probabilmente sarà il prossimo primo ministro dell’Israele, dopo aver proclamato la sua vittoria ha anche chiuso a Netanyahu, senza escludere però una possibile alleanza con il suo partito Likud, a condizione che si liberi del capo. L’offerta di Netanyahu – governo di coalizione, premiato a turno – non ha convinto Gantz che, in assenza di un’intesa con Likud, potrebbe cercare di formare una coalizione di centrosinistra.

I risultati

Con circa il 97% dei voti scrutinati il risultato delle elezioni israeliane diventa sempre più chiaro. Kahol Lavan, il partito Blu e Bianco di Benny Gantz avrebbe ottenuto 33 seggi sui 120 disponibili alla Knesset, il parlamento israeliano.

Il Likud di Benjamin Netanyahu si trova subito dietro con 31 seggi. Anche la coalizione del premier uscente, composta da partiti di destra e ultraortodossi, non è riuscita a ottenere la maggioranza dei seggi: fermandosi a 55 contro i 57 del blocco di centro-sinistra del rivale Gantz. Ma Bibi non ci sta e prova a ricucire lo strappo invitando l’ex generale a un incontro per la formzaione di un governo di unità nazionale.

L’offerta di Netanyahu

«Dobbiamo dar vita ad un governo esteso di unità oggi stesso», aveva affermato Netanyahu. «Il popolo si aspetta da noi due che diamo prova di responsabilità ed avviamo una cooperazione».

«Durante la campagna elettorale – ha proseguito Netanyahu – ho fatto appello alla costituzione di un governo di destra. Ma con mio dispiacere il risultato delle elezioni dimostra che esso non è fattibile. Il popolo non ha scelto fra i due blocchi. Per cui non c’è altra scelta che dar vita ad un governo il più vasto possibile, che si poggi su tutte le forze a cui Israele sta a cuore».

«Per questa ragione – aveva detto ancora Netanyahu – faccio appello a te, Benny. Incontriamoci oggi stesso, a qualsiasi ora, per mettere in moto questo processo che è di importanza essenziale. Occorre fare tutto il possibile per evitare una terza tornata elettorale».

Lieberman ago della bilancia

Ma ago della bilancia sarà con ogni probabilità Avigdor Lieberman, il cui partito Yisrael Beiteinu dovrebbe ottenere otto seggi, diventando così il regista delle elezioni. Mercoledì mattina Lieberman ha ribadito il suo sostegno a un «ampio governo di unità liberale», che includerà Yisrael Beiteinu, Likud e Kahol Lavan.

L’avvicinamento tra i due schieramenti non convince però il premier palestinese, Mohammad Shtayyed: «Noi non facciamo affidamento sui risultati delle elezioni israeliane – ha dichiarato – perché la competizione è tra due candidati che non hanno in agenda di mettere fine all’occupazione».

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