La trattativa in Umbria tra M5s e Pd, la faticosa ricerca di un candidato presidente unico: girano i nomi di due donne
È ormai agli sgoccioli la trattativa tra Pd e M5S per trovare un candidato comune per le prossime elezioni regionali in Umbria. Il 27 ottobre la regione umbra, colpita ad aprile dallo scandalo sanità, sarà la prima a portare i suoi cittadini alle urne per il ricambio delle giunte e dei governatori regionale.
E mentre è attesa in serata la risposta degli attivisti 5s, che sulla piattaforma Rousseau dovranno esprimere le loro preferenze sui futuri candidati, Di Maio lancia due nomi per la corsa alla regione.
Per superare la candidatura di Andrea Fora, uomo che piace ai democratici, il capo politico del M5S ha scelto Stefania Proietti, il sindaco di Assisi. Ma la candidatura del ministro degli esteri sarà duplice.
Secondo indiscrezioni del Corriere della Sera sul piatto ci sarà il nome di un’altra donna: Catia Bastioli. L’amministratrice delegata di Novamont, società impegnata nella produzione di bioplastiche e in politiche green, potrebbe essere il vero nome su cui far convergere un patto civico con i dem. Patto che sta creando, dall’altra parte, non pochi malumori in casa 5 stelle.
Secondo quanto riportato ieri da Adnkronos, nella casa pentastellata umbra sarebbe in atto una vera e propria rivolta contro la decisione di Di Maio di tendere la mano al Pd e a Nicola Zingaretti.
Nella chat dei portavoce umbri, diffusa dall’agenzia di stampa, il senatore Stefano Lucidi avrebbe addirittura proposto dimissioni in massa: «Se avessi in mano 33 lettere di dimissioni potenziali di tutti i portavoce, forse qualche info riuscirei ad ottenerla», scrive il pentastellato rispondendo a chi gli chiedeva di farsi sentire dai vertici. La proposta, che suona come una provocazione, ha trovato l’immediata adesione di Marco Gasperi, consigliere al Comune di Città di Castello: «Per me firmala tranquillamente».
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