«Se ritornate, non campate più»: famiglia di nomadi rinuncia a casa popolare romana dopo le minacce
Una famiglia di nomadi si è vista costretta a rinunciare all’alloggio popolare, legittimamente assegnato, a Tor Bella Monaca, quartiere della periferia di Roma. È successo dopo le contestazioni di alcuni residenti che, quando hanno visto arrivare i membri della famiglia, prima si sono riuniti davanti al palazzo, poi hanno suonato alla loro porta invitandoli ad andare via.
Cosa è successo
La famiglia è arrivata intorno alle 9.30, accompagnata da un funzionario dell’Ater. Per loro, però, non c’è stata una buona accoglienza: alcuni abitanti del posto si sono radunati per convincere la famiglia di nomadi ad andare via.
Non sono mancate le minacce. «Se ritornate, non campate più», avrebbe urlato qualcuno quando ormai il nucleo familiare aveva deciso di lasciare l’alloggio. All’arrivo dei carabinieri, però, gli autori delle proteste si erano già allontanati e non è stato possibile identificarli.
Intanto la famiglia nomade ha deciso di sporgere denuncia dai carabinieri che ora stanno indagando per risalire ai responsabili.
Le proteste anti nomadi
Non è la prima volta che i residenti protestano contro i nomadi nelle periferie della Capitale, sempre in circostanze come quella dell’assegnazione di alloggi popolari.
La più violenta protesta che si possa ricordare di recente è quella risalente al maggio scorso, a Casal Bruciato, dove è stato improvvisato un presidio nel cortile dello stabile e ci sono stati numerosi momenti di tensione tra abitanti del quartiere, esponenti di gruppi estremisti e forze dell’ordine. Per quell’episodio la procura di Roma ha poi iscritto nel registro degli indagati 24 persone appartenenti a CasaPound e Forza Nuova.
Ad aprile è invece stata la volta di Torre Maura, altra periferia romana, teatro di un’altra rivolta anti nomadi. In quell’occasione furono anche incendiati cassonetti e fu calpestato il pane destinato ai nomadi trasferiti in una struttura in via dei Codirossoni.
Foto in copertina: Angelo Carconi per Ansa
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