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#Weekforfuture: i giovani di tutto il mondo scendono in piazza per il clima: le immagini dai 4 angoli del pianeta

20 Settembre 2019 - 11:39 Redazione
Sono previste manifestazioni in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all'Australia, passando per la Thailandia e l'India. Circa 100 mila persone hanno manifestato soltanto a Melbourne

«Se non ora quando?». Così recita un cartellone alzato al cielo da un giovane manifestante a Sydney, in Australia. Riprende uno slogan che ormai è di casa fra gli attivisti climatici, soprattutto fra i più giovani del movimento Fridays For Future. Dopo la grande manifestazione globale di marzo – che soltanto a Milano aveva visto scendere in piazza circa 100 mila persone – il movimento torna a far parlare di sé in tutto il mondo.

Quella di oggi potrebbe diventare la manifestazione climatica più grande del 2019. Migliaia di studenti sono scesi in strada in Australia, Thailandia, India, Indonesia e nelle isole del Pacifico. Sono previsti nuovi cortei e manifestazioni in Giappone, le Filippine e Birmania. Sono 150 i Paesi coinvolti in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti dove Greta Thunberg guiderà le manifestazioni in vista del summit Onu sul clima.

Australia

Le proteste più impressionanti per il momento stanno avendo luogo in Australia. Secondo il Sydney Morning Herald, circa 80 mila persone hanno partecipato alla manifestazione in una delle città più grandi del Paese. A Melbourne si parla invece di 100 mila manifestanti. Nell’intero Paese, sono previste altre manifestazioni in 110 città. Tra le richieste dei manifestanti quella di azzerare le emissioni di CO2 entro il 2030: una richiesta audace se consideriamo le grandi riserve di gas naturale e di carbone nel Paese.

Isole del Pacifico

Proteste e manifestazioni anche nella Repubblica di Vanuatu, un arcipelago di circa 80 isole nel pacifico. Come si legge sul sito delle Nazioni Unite, «Per i piccoli Stati insulari in via di sviluppo, il cambiamento climatico rimane il più grande ostacolo allo sviluppo sostenibile». Gli eventi climatici estremi – come il Ciclone Pam del 2015 che distrusse il 96% della raccolta – sono in grado di portare a delle carestie.

Thailandia

In Thailandia circa 200 persone hanno fatto irruzione nel Ministero dell’Ambiente. Una volta entrati si sono buttati a terra, fingendo la propria morte, invocando così, con un gesto simbolico, un intervento del proprio Governo per contrastare il cambiamento climatico. Il segretario permanente del Ministero, Adisorn Noochdumrong, ha accolto con favore la loro protesta dichiarando: «Se è così che i giovani protestano, le vediamo come un buon segno».

India

Proteste e manifestazioni anche in India. A Nuova Delhi i manifestanti si sono radunati fuori dalla sede del Ministero per chiedere una presa di posizione del Governo di contrasto al cambiamento climatico. Un evento significativo visto che il Paese è il quarto al mondo per emissioni di gas serra. Alla vigilia del summit Onu sul clima, l’India e la Cina (primo paese per emissioni al mondo) hanno chiesto nuovi incentivi finanziari dai Paesi più sviluppati per effettuare la transizione a un’economia verde.

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