Renzi dice no alle ecotasse (di Conte) e “cita” Salvini
Roma, 21 settembre 2019. Giuseppe Conte dal palco di Atreju, la festa di Giorgia Meloni, lancia proposte per aumentare le entrate nelle casse statali, tutelando l’ambiente. Dice sì all’idea del ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti della “tassa sulle merendine” e punta a metterne una in più anche sui biglietti aerei.
L’opinione pubblica si divide tra favorevoli e contrari e anche nel mondo politico qualcuno dice subito no. Uno dei primi è Matteo Salvini che pubblica in un post ironico contro il premier: «Nascondete subito crostatine».
Nascondete subito crostatine, flauti, cornetti e bonbon: arriva la tassa sulle merendine!!! 臘♂
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) September 21, 2019
P.s. Quando c’è da tassare, a sinistra si eccitano e superano i confini del ridicolo. Questi sono senza speranza… pic.twitter.com/1ybAeGGBzR
Ma le ecotasse non piacciono nemmeno al leader della neonata Italia Viva, Matteo Renzi che in un’intervista al Messaggero dice: «Sì agli investimenti verdi, ma che questo non si traduca in un aumento delle tasse». Che siano proprio le tasse su voli e merendine il primo terreno di scontro tra il partito di Renzi e il governo giallorosso di cui lo stesso ex premier è stato il primo investitore?
Renzi però rassicura: «Questa legislatura arriverà al 2023 e questo governo deve sfruttare la tranquillità dei mercati e dell’Europa». E a chi lo critica dentro e fuori dal Pd risponde citando Guccini: «Ognuno vada dove vuole andare, ognuno invecchi come gli pare, ma non raccontare a me cos’è la libertà». E rivendica il Family Act della ministra Elena Bonetti come la prima proposta concreta del suo nuovo partito.
Sull’indagine nei confronti di Alberto Bianchi – ex presidente della Fondazione Open, che era nata per sostenere le iniziative di Matteo Renzi tra cui la Leopolda – dice: «Nessuna polemica. Non è la prima inchiesta che viene dal procuratore Luca Turco e dal suo capo Creazzo: sono certo che non sarà l’ultima. Che lavorino tranquilli sui numerosi dossier che hanno aperto: noi rispettiamo i magistrati e aspettiamo le sentenze della Cassazione, come prevede la Costituzione».
Al giornalista che gli chiede di motivare la scelta di lasciare il Pd risponde, citando (forse involontariamente) Matteo Salvini: «Come nelle coppie che le hanno provate tutte a un certo punto è meglio dividersi che continuare a litigare». Il leader della Lega usò la stessa formula quando decise di rompere con i grillini: «Con M5s come in coppia, se litighi sempre meglio separarsi».
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