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Alice, la mamma che sfida i no vax: «Minacciata e costretta a chiudere i miei account. Ma la lotta continua» – L’intervista

23 Settembre 2019 - 06:03 Angela Gennaro
«Ho sporto denuncia, ma le autorità hanno deciso di non procedere: in Italia esiste un buco legislativo e se non sei qualcuno, difendersi è impossibile»

Alice Pignatti è una mamma di Cesena che ci ha sempre messo la faccia: dalla parte dei vaccini. La sua battaglia parte da lontano, dalla sua storia personale: la figlia appena nata che a soli quaranta giorni contrae la pertosse. Mesi di malattia, di lotta, di preoccupazione. E poi finalmente la guarigione. E la decisione di voler fare qualcosa.

Ma la rabbia resta, soprattutto contro quella che viene definita la disinformazione contro i vaccini. «Nel 2014 non sapevo che ci si può vaccinare contro la pertosse quando si è incinta», trasmettendo gli anticorpi al feto attraverso la placenta. «E comunque, anche se l’avessi saputo e richiesto, non era qualcosa per cui le strutture sanitarie erano attrezzate», racconta Alice Pignatti a Open.

«Dopo la mia esperienza, e casi di cronaca purtroppo drammatici, oggi la vaccinazione contro la pertosse in gravidanza viene invece proposta, a Cesena e in tutta Italia». Ora nei Lea – i livelli essenziali di assistenza, le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale (SSN) è tenuto a fornire a tutti i cittadini – «ci sono offerte attive che cinque anni fa non c’erano».

L’attivismo serve, spiega Alice, che nel 2015 lancia la pagina Facebook “Io Vaccino”: oltre 72mila like oggi e «migliaia di persone, non saprei quantificarle, che in questi anni ci hanno contattato, per chiedere informazioni e assistenza, e a cui abbiamo dato risposte anche grazie ai nostri professionisti», dice Alice. È stata la prima pagina sul social favorevole ai vaccini, e vede la collaborazione di medici e tecnici.

Attivismo e minacce

Ma l’attivismo si paga anche, e caro: per Alice comincia un lungo periodo di odio online.

«Ho sporto denuncia nei confronti di queste persone, ma le autorità hanno deciso di non procedere: purtroppo in Italia esiste un buco legislativo e – se non sei qualcuno – difendersi è impossibile. Da lì ho deciso di chiudere i miei profili social, per porre fine alla mia esposizione». Di lei non c’è più traccia, infatti, né su Twitter né su Facebook.

L’obiettivo «era quello di mettermi a tacere», dice Alice. E quindi ci sono riusciti? I no vax «sono sempre stati contrari al decreto Lorenzin, dal 2016 in poi: quello è stato il loro periodo di maggiore esposizione mediatica, ma va detto che le cose, nei miei confronti, sono cominciate prima. Poco tempo fa ho letto un libro che si chiama Far Web, e ho capito che quello che è successo a me succede a tantissime persone. Nel libro, tra le altre, c’era la testimonianza di Alessandro Gassmann. Tu ti esponi, a un certo punto ricevi attacchi, minacce, prese in giro. Reagisci, in alcuni casi anche superando un limite che ti eri dato, e siccome le persone di buon senso non vengono tutelate dalla legge, alla fine decidi di passare all’autocensura». Sì, è «una limitazione della propria libertà», dice Alice a Open.

Le critiche

Online, lo scorso anno, alcuni no vax avevano duramente attaccato Alice Pignatti per una frase infelice su Twitter. «Quella conversazione fu estrapolata dal contesto», spiega oggi la mamma di Cesena. «Stavo rispondendo – e lo rifarei, bada bene – a una persona che mi diceva “non vedo l’ora di mettere tua figlia a morire di pertosse”. Gli ho risposto a tono e duramente, per dimostrargli – scrissi – “che in questo modo non si va da nessuna parte”. Hanno cancellato tutto il resto e decontestualizzato le mie parole».

Una dinamica che esiste anche nella vita reale ma che online, per Alice, diventa ancora più pericolosa: «perché trovi le masse che provocano fino a quando non sei più in grado di essere razionale e di capire il loro gioco».

“IoVaccino”

L’avventura di IoVaccino, intanto, prosegue: «Hanno cercato di distruggere me, ma non son riusciti a distruggere la pagina. Vengono ancora, ogni tanto, a commentare, prendere in giro e provocare. Ma almeno non sono più io il soggetto dei loro attacchi».

Sono meno forti, i no vax oggi? È stata data loro troppa visibilità in passato? «Abbiamo tutti dato molta visibilità a queste persone», dice Alice. «Ma parlando di loro sono usciti allo scoperto e si è delineato il loro carattere di tribù e setta religiosa. Non sono genitori dubbiosi: il carattere aggressivo e tutti i soldi che ci sono dietro questo “movimento” hanno contribuito ad abbassare decisamente la loro accettabilità sociale».

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