Juve, altra rimonta a Brescia (1-2). Decide Pjanic, Balotelli non sfonda
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Non sarà ancora la Juve di Sarri, ormai è una recita. Ma nel frattempo declama punti, ne prende altri tre sul campo del Brescia (1-2) e, in attesa di capire se sarà anche la più bella del Reame, torna momentaneamente in vetta alla classifica. Al Rigamonti Balotelli è titolare, ma il protagonista è il compagno Donnarumma, che dopo quattro minuti gela la Juve. Sarri, senza Ronaldo, ringrazia Chancellor per un autogol e Pjanic per una prodezza. Ora contano i tre punti. Anche se il modo in cui arrivano è ancora distante dai dogmi del comandante.
Bomber Donnarumma
Gli occhi vanno subito su Balotelli all’esordio dopo 4 giornate di squalifica e, anche se non è la prima volta in assoluto, sulla divisa della Juve. Che sembra il Piacenza, lontana dal bianconero e, soprattutto, dagli standard degli ultimi anni. Tant’è che il Brescia, schierato 3-4-1-2, impiega 4 minuti per arrivare da Szczesny e farlo secco (con la sua, involontaria complicità). Il contropiede di Tonali è micidiale: come il cambio campo e l’1-vs2 nel quale si trova stretto Alex Sandro. Alfredo Donnarumma spara e piega le mani del portiere polacco. 1-0 Brescia con il bomber di Torre Annunziata (4 gol in 5 partite) che nel 2010, mentre Balotelli partecipava (in disparte) al Triplete dell’Inter, giocava nel Gubbio, in serie C.
Fraseggi e Dybala
No, non erano un caso i gol beccati contro Napoli e, da ultimo, Verona. La Juve soffre dietro ma, col passare dei minuti, il 4-3-1-2 di Sarri (orfano di Ronaldo), con Ramsey trequartista alle spalle di Dybala e Higuain, comincia a carburare. Sono sprazzi, ma belli a vedersi. Teaser sarriani. Soprattutto quando sono il gallese e la Joya a duettare nello stretto, a ridosso di una intasatissima area bresciana. La Juve colleziona quattro palle-gol in serie, le più nitide sui piedi di Rabiot (piatto alto, male il francese), Khedira (diagonale stretto) e Higuain (testata sul fondo, su cross di Cuadrado entrato al posto dell’infortunato Danilo).
Balotelli di fisico
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Mentre la squadra di Corini si abbassa, una ovvietà in virtù del gap tecnico tra le due squadre, Balotelli ha sempre i riflettori addosso. E pure le mani degli avversari. Calamita falli l’attaccante del Brescia, che si spazientisce pure e sfoga su una punizione a cannone: centrale, ma forte quanto basta per suggerire a Sczezny che il calcio d’angolo è il male minore.
Guizzo di Chancellor
Sono alleggerimenti quelli del Brescia. Corini vuole evitare la creazione dei famosi triangoli sarriani. E ci riesce. Anche se, paradosso, il Brescia becca gol al 40′ su quello che finora era stato il neo principale della Juve: calcio d’angolo teso, Joronen è indeciso nella sua area piccola e l’ultimo tocco è fuoco amico. Chancellor, pressato, fa 1-1.
Redenzione e resa
Il calcio, però, è materia umana perché offre sempre l’opportunità del riscatto. E così nella ripresa, quando la Juve si veste virtualmente del suo bianconero, servono un miracolo di Joronen su Higuain e un salvataggio sulla linea di Chancellor su Rabiot per evitare l’inevitabile. Che, alla fine, arriva comunque dopo che Dybala aveva risollecitato il numero 1 del Brescia. Risolve Pjanic al 63′ con un fantastico shoot da fuori. Il Brescia pure avrebbe l’opportunità di rimetterla in piedi: Dossena sfiora il pari con un sinistro che mette i brividi al pianeta Juve, Bisoli per poco non pesca il jolly sul secondo palo (e l’ennesimo cambio di gioco sofferto dalla Juve). Ma Sarri, anche grazie a un Balotelli poco cattivo su un invitante cross dalla destra, riesce a portare a casa la seconda vittoria in rimonta contro una ‘piccola’. Con qualche passo in avanti sul fronte del gioco e della condizione fisica rispetto alla vittoria sul Verona. E con un Ronaldo in meno e un Dybala apparso in buona forma e particolarmente smanioso. Forse che era stato accantonato troppo frettolosamente?
Foto di copertina Ansa