Thomas Cook in bancarotta: manager sotto inchiesta e 14mila turisti rimpatriati in 24 ore
Management sotto tiro per la bancarotta di Thomas Cook. Lo storico tour operator britannico è stato messo in liquidazione a partire dal 23 settembre per insolvenza e il blocco repentino delle attività ha provocato caos e disagi a centinaia di migliaia di clienti rimasti bloccati nei resort dei rispettivi pacchetti-vacanza.
Stando ai dati forniti dall’Ente britannico per l’aviazione civile, sono 14.700 i turisti rimpatriati nel Regno Unito. Ulteriori 74 aerei charter saranno messi a disposizione oggi 24 settembre per riportare in patria altri 16.500 britannici. In totale sono 600.000 i clienti interessati dalla vicenda.
Un ponte aereo di charter – senza precedenti per dimensione in tempi di pace – è stato messo a disposizione dei circa 155.000 britannici coinvolti. Per le persone non residenti nel Regno Unito restano operativi almeno i servizi di alcune delle sussidiarie estere della casa madre – come quella tedesca, quella del Nord Europa e quelle cinese e indiana.
Le indagini
Mentre continua il rimpatrio dei turisti, Londra ha annunciato un’inchiesta in piena regola sui vertici aziendali. Il primo ministro Boris Johnson ne aveva già messo in discussione i bonus milionari incassati negli anni.
L’inchiesta è stata affidata all’official receiver, l’ufficiale giudiziario incaricato dell’iter fallimentare, per verificare se l’operato dei responsabili abbia «causato nocumento ai creditori o ai fondi pensione» dei 22.000 dipendenti ora a rischio. La stampa intanto denuncia i circa 50 milioni ricevuti fra salari e bonus dagli executive di Thomas Cook negli ultimi 10 anni, in barba alla crisi e ai debiti crescenti della società.
Il ministro dei Trasporti di Londra, Grant Shapps, ha da parte sua assicurato che il rimpatrio dei turisti costretti a tornare a casa o intenzionati a farlo in anticipo prosegue ormai « regolarmente», anche se non manca qualche residua lamentela.