Trump, dossier riservato sulla Russia: «Non temo ingerenze di Mosca sul voto, facciamo lo stesso in altri Paesi»
Il presidente americano Donald Trump ha detto al ministro degli Esteri e all’ambasciatore russo di non essere minimamente turbato dalle ingerenze russe nelle elezioni del 2016. Lo ha rivelato il Washington Post, citando tre ex funzionari statunitensi (in condizione di anonimato), che avrebbero assistito alla conversazione tra Trump e i funzionari russi.
Questa sarebbe avvenuta durante lo stesso incontro alla Casa Bianca in cui il Presidente USA, nel maggio del 2017, rivelò informazioni altamente riservate sull’Isis. Secondo gli informatori del Post, Trump avrebbe detto al capo della diplomazia russa Sergej Lavrov e all’ambasciatore Sergey Kislyak di non essere disturbato dalle interferenze messe in atto dal loro Paese, perché gli Stai Uniti fanno la stessa cosa in altri Paesi.
È questo il commento che ha indotto i funzionari della Casa Bianca a limitare l’accesso a queste informazioni, trasferendo il memorandum dell’incontro in un archivio di materiale riservato, come ha scritto il Washington Post. Il giorno prima dell’incontro, il capo della Casa Bianca aveva licenziato James Comey, capo dell’Fbi, e aveva affermato che questa decisione «aveva alleviato la pressione su di lui».
Dall’indagine condotta da Robert Mueller sulle interferenze russe con la campagna elettorale americana non erano emerse sufficienti prove di una collusione tra USA e Stati Uniti per l’elezione di Trump. Il rapporto indica che la campagna elettorale di Trump ha accettato di buon grado l’intervento di Mosca e che ha avuto ripetuti contatti con la Russia, ma Mueller ha concluso che non esistono sufficienti prove per affermare che lo staff della campagna di Trump abbia cospirato con la Russia nel contesto del Russiagate.
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