Mestre, genitori di fede musulmana chiedono la carne halal alla mensa scolastica, insorge la Lega
Nuova polemica sulle mense scolastiche. Questa volta la controversia ha avuto luogo a Mestre (Venezia), quando i genitori di origine bengalese e di fede musulmana di alcuni alunni della scuola primaria Cesare Battisti, hanno fatto richiesta di poter avere un menù alternativo per i propri figli, a base di carne halal.
La carne halal è – testualmente – una «carne conforme alla legge» e, in questo caso, per legge si intende preparata secondo i dettami della legge islamica. La carne halal, che presenta alcune similitudini con la cucina kosher della fede ebraica, certifica che la carne sia di vitello, pollo o manzo (il maiale è vietato, ndr) e che sia stata macellata secondo le regole del Corano.
La soluzione proposta dalla dirigente scolastica
La preside dell’istituto comprensivo ha proposto una soluzione ai genitori che hanno avanzato tale richiesta, offrendo la possibilità di fare esplicita domanda, nel modulo di iscrizione, per un menù privo di carne. «In questo modo – spiega la dirigente scolastica – i bambini potrebbero integrare la carne durante la cena».
Nell’istituto comprensivo Giulio Cesare di Mestre (che comprende anche la scuola primaria Cesare Battisti) è una esigenza non secondaria dal momento che il numero di studenti figli di immigrati risulta essere molto elevato, con oltre il 64% di alunni.
Non si tratta unicamente di studenti di fede islamica, ma è un dato comunque importante per comprendere le ragioni che muovono la scuola a modificare il proprio modello, anche sotto il profilo di ulteriore strumento di integrazione.
Lega: «Richiesta inaccettabile, non è segno di integrazione»
Ma questa richiesta non è stata ben vista dalla Lega che ha fortemente criticato l’ipotesi del menu alternativo e ha protestato per bocca del deputato leghista Alex Bazzaro: «Siamo davvero all’apoteosi dell’assurdo. Quanto sta accadendo alla scuola Cesare Battisti è davvero vergognoso».
Bazzaro ha definito «inaccettabile» la richiesta avanzata dai genitori dei bambini, sostenendo che il menu alternativo è un concetto dannoso perché «è tutto tranne che un segno di integrazione».
«Una deroga per esigenze mediche si può comprendere, ma non voler accettare gli usi e costumi della nostra cucina è inaccettabile: chi sceglie l’Italia sposa le nostre tradizioni», ha chiosato infine il deputato del Carroccio.
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