Crocefisso a scuola, Salvini silura Fioramonti: «Ma questo è un ministro o un comico?»
«Credo in una scuola laica, ritengo che le scuole debbano essere laiche e permettere a tutte le culture di esprimersi senza esporre un simbolo in particolare». A dirlo è il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, ospite di Un giorno da pecora, su Radio Rai 1. «Il crocefisso a scuola – ha continuato il ministro – è una questione divisiva, molto sentita Italia, ma che può attendere», sottintendendo come il governo non abbia optato per nessuna risoluzione e pertanto i crocefissi resteranno nelle aule scolastiche.
Tuttavia, parlando a titolo personale e non di ministro, Fioramonti ha detto di esser contrario all’esposizione di diversi simboli religiosi nelle aule scolastiche, «altrimenti diventa un mercato». Per il ministro sarebbe meglio «appendere alla parete una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione». E il titolare dell’Istruzione si è anche detto contrario all’affissione delle foto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella perché, secondo il ministro, «neanche il presidente la vorrebbe».
Salvini: «Questo è un ministro o un comico?»
E a gamba tesa sull’idea del ministro dell’Istruzione entra anche Salvini che, in un tweet, ha commentato le parole di Fioramonti. «Prima l’idea di tassare merendine e bibite – scrive il leader della Lega – e adesso l’idea di togliere i crocifissi dalle aule: ma questo è un ministro o un comico?».
Forza Italia: «Il crocifisso non è un elemento di arredo»
Ma le dichiarazioni di Fioramonti hanno suscitato le critiche dell’opposizione. «Il crocifisso non è un elemento di arredo, ma la testimonianza delle radici del nostro Paese», spiega l’ex ministra dell’Istruzione in quota Forza Italia Mariastella Gelmini. «La sua presenza sulle pareti delle aule scolastiche – prosegue la parlamentare – contrariamente a quel che pensa il ministro Fioramonti, non impedisce di esprimersi agli studenti di altre culture e religioni, ma sta lì a ricordare che la laicità che il ministro liberamente rivendica è conseguenza diretta proprio delle radici cristiane dell’Italia e dell’Europa».
A sigillare la posizione forzista è intervenuta anche Mara Carfagna che in un tweet ha dichiarato: «La scuola di tutto ha bisogno tranne che di un ministro showman. Chiunque conosca studenti e genitori sa che i problemi principali della scuola sono le migliaia di insegnanti mancanti, le strutture non a norma, le palestre che non ci sono, il costo altissimo dei libri di testo». «Indicare come un problema il crocifisso, simbolo della nostra identità, risponde ad una stantia visione ideologica e all’evidente inadeguatezza del Ministro per il ruolo che ricopre», chiosa infine la Vicepresidente della Camera.
Fratelli d’Italia: «Rispettare i simboli della nostra fede»
Anche Fratelli d’Italia, da sempre in primissima linea sul tema, ha espresso parere contrario all’idea del ministro dell’Istruzione. «Ricordiamo al ministro che, pur rispettando tutte le religioni, qui siamo in Italia ed è giusto che nelle aule ci sia il Crocifisso», ha dichiarato Paola Frassinetti, deputato di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Commissione Cultura della Camera. «I fedeli di altre religioni devono per prima cosa rispettare i simboli della nostra fede, altrimenti, se ne sono infastiditi, nessuno li obbliga a rimanere qua», ha chiosato Frassinetti.
La sentenza della Corte Europea per i diritti dell’Uomo
Il 18 marzo 2011 la Corte europea dei diritti dell’Uomo aveva dato ragione al ricorso dell’allora governo sull’esposizione del crocifisso nelle scuole pubbliche, ribaltando la sentenza del 2009 in cui veniva contestata una violazione dei diritti umani correlata all’esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche. Secondo la più recente decisione di Strasburgo, infatti, non sussistono elementi che correlino l’influenza sugli alunni in classe derivanti dall’esposizione del crocefisso.
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