La Cina festeggia i 70 anni della Repubblica con un’imponente parata militare. Il presidente Xi: «Nessuno può fermare il nostro popolo»
La Cina ha celebrato i 70 anni della nascita della Repubblica Popolare con un’imponente parata militare, organizzata in una blindatissima piazza Tienanmen, a Pechino, dove hanno sfilato oltre 15mila soldati, più di 500 mezzi militari, e 160 velivoli (tra aerei e droni).
Nel corso della parata sono stati anche passati in rassegna alcuni modelli di missili ipersonici che, viaggiando 5 volte più veloce del suono, riescono a evitare di essere intercettati dai radar, nonché alcuni nuovi modelli di missili balistici intercontinentali, in grado di trasportare fino a dieci testate nucleari e di configurarsi come una potenziale minaccia per gli Stati Uniti.
Xi Jinping: «Nessuna forza può scuotere la nostra grande nazione»
Ad aprire le celebrazioni è stato il presidente Xi Jinping che con un accorato discorso si è rivolto alla popolazione cinese, mettendone in luce i fasti e la potenza, militare e non.
«Nessuna forza può scuotere lo stato della nostra grande nazione, né fermare il popolo e la nazione cinesi dal marciare in avanti», ha detto il presidente Xi che indossava un tradizionale abito grigio maoista, identico a quello di Mao Zedong, il primo presidente della Repubblica popolare cinese.
«La popolazione cinese – ha continuato il presidente Xi – negli ultimi 70 anni, ha raggiunto grandi conquiste che sbalordiscono il mondo intero, grazie a grandi sforzi concertati e alla vittoria di dure battaglie».
«Dobbiamo rimanere impegnati nella strategia di riunificazione pacifica e di un Paese. Continueremo a batterci per la completa riunificazione del nostro Paese», ha annunciato il presidente Xi, riferendosi ai fronti aperti con Hong Kong, Macao e Taiwan.
«Sul viaggio davanti a noi dobbiamo tenere fermi i principi di “riunificazione pacifica” e “un Paese, due sistemi” – ha proseguito – creando prosperità e stabilità durature a Hong Kong e Macao, promuovendo lo sviluppo pacifico delle relazioni con gli altri Stati».
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