Ancora tensioni nella maggioranza sull’Iva: e arriva un altolà del M5S al Pd
Stamattina la lettura di una intervista del ministro delle Regioni, Boccia, del Pd, al quotidiano cattolico Avvenire ha provocato nuovi sbalzi di pressione nella maggioranza. Si riaffacciava infatti l’ombra del “partito delle tasse”, quell’immagine del Partito Democratico e del governo che sarebbe il sogno elettorale di Salvini e Meloni.
Cosa dice Boccia? Che «le rimodulazioni dell’Iva si faranno, perché oggi in questa imposta ci sono situazioni ingiuste». Così già in prima mattinata è arrivata una nota ufficiale del Movimento 5 Stelle che scandisce: «Ancora oggi sui giornali sentiamo parlare di rimodulazione dell’Iva. Lo ribadiamo per l’ennesima volta: no a giochini e giri di parole, l’Iva non deve aumentare».
E poi l’avvertimento: «Questo governo nasce su due principi fondanti: il blocco dell’Iva e il taglio dei parlamentari. Se uno dei due viene meno, allora si perde il senso di questo governo».
A rincarare la dose è arrivato pochi minuti dopo l’attacco diretto a boccia del capogruppo renziano al Senato, Faraone: «È disdicevole che il ministro Boccia, in un’intervista, insulti una forza politica che sostiene il governo» (il riferimento è proprio a Renzi che ha rivendicato di aver stoppato ogni tentazione di aumenti selettivi dell’Iva).
«Che dica poi di voler aumentare l’Iva, voglia o meno Italia Viva, è scandaloso. Boccia, ti scrivo in maiuscolo così leggi meglio: NON VOTEREMO AUMENTI DELLE TASSE».
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