Brexit, da Johnson la proposta ufficiale per un accordo. Gelo dall’Ue, Juncker: «Restano punti problematici»
Il governo britannico ha pubblicato formalmente e ha trasmesso a Bruxelles in forma integrale le proposte avanzate per un accordo sulla Brexit depurato in particolare della clausola del backstop a garanzia di una confine senza barriere con l’Irlanda del Nord. Johnson ha poi annunciato l’intenzione di sospendere di nuovo il parlamento dall’8 al 14 ottobre. «Il primo ministro è stato sempre chiaro sulla volontà di presentare un nuovo programma legislativo nel discorso della regina – ha fatto sapere Downing Street – Perciò intende richiedere che l’attuale sessione del parlamento venga sospesa a partire da martedì sera, con il discorso della regina in programma per il 14», ha comunicato in una nota ufficiale Downing Street. La chiusura era stata bocciata dalla Corte poiché non motivata e destinata inevitabilmente a intaccare la sovranità e i poteri di controllo del Parlamento. La stessa Corte aveva peraltro notato nel verdetto come una prorogation di 4-6 giorni per i preparativi del Queen’s Speech, il discorso della Regina, fosse invece prassi accettata. «Attraverso il Queen’s Speech, il governo vuole delineare i suoi programmi su sanità, scuola, lotta al crimine, investimenti in infrastrutture, consolidamento di un’economia forte», ha sottolineato Johnson.
La bozza
Il testo conferma le anticipazioni sui punti salienti, precisando che i controlli doganali dovranno essere «decentralizzati» sui due lati del confine irlandese, attraverso «un piccolo numero» di infrastrutture collocate presso depositi aziendali o punto di carico-scarico delle forniture, ma senza barriere fisiche lungo la linea di frontiera propriamente detta. In termini generali fissa anche fin d’ora, come punto di caduta delle future relazioni fra l’intero Regno Unito e i 27, dopo la fine della fase di transizione prevista al 31 dicembre 2021, quella di una rapporto regolato da un trattato di libera scambio. Londra attende ora una prima risposta ufficiale dell’Ue.
Il “no” di Corbyn
Reazione negativa da tutti i partiti dell’opposizione parlamentare britannica contro le proposte di Boris Johnson all’Ue per un accordo sulla Brexit, contestate o ritenute “contraddittorie” nel merito, oltre che insufficienti. Il leader laburista, Jeremy Corbyn, liquida il piano come «peggiore dell’accordo di Theresa May» e accusa Johnson di volere in realtà un no deal. Epilogo a cui il Parlamento ha già opposto una legge pro rinvio e che secondo Corbyn va contrastato adesso come priorità assoluta. Giudizi ugualmente critici dalla first minister scozzese e leader degli indipendentisti dell’Snp, Nicola Sturgeon, nonché del liberaldemocratico Tom Brake, stando al quale questo scenario sarebbe “una martellata” per l’Irlanda del Nord e per il suo business in termini di nuovi ostacoli. Fra i partiti nordirlandesi, ok dagli unionisti del Dup, bocciatura totale dai repubblicani dello Sinn Fein.
Festeggia Nigel Farage
Sul fronte euroscettico ultrà, pollice verso anche da Nigel Farage (Brexit Party) secondo il quale Johnson propone di fatto «una minestra riscaldata» dell’accordo May. Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker ha osservato che nella proposta del premier britannico Boris Johnson «ci sono ancora alcuni punti problematici che necessiteranno di ulteriori lavori nei prossimi giorni, in particolare per quanto riguarda il backstop». Così la Commissione europea dopo la telefonata fra i due. Juncker ha però «accolto con favore la determinazione di Johnson a portare avanti i colloqui in vista del Consiglio europeo di ottobre e a compiere progressi verso un accordo».
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