“Gross Domestic Product”, al via le vendite online delle opere ufficiali di Banksy
Come annunciato, dopo la chiusura di Gross Domestic Product, lo show-room temporaneo delle opere ufficiali dello street artist in un abbandonato negozio di tappeti nella zona di Croydon, nel sud di Londra, Banksy ha aperto il proprio negozio online di oggetti per la casa.
Banksy, nelle scorse settimane aveva creato un negozio temporaneo delle proprie opere denominato Gross Domestic Product (testualmente “Prodotto interno lordo”, ndr – ma interpretabile anche in termini di “Disgustoso prodotto interno”-).
Come funziona il negozio online di Banksy
Per poter acquistare i prodotti originali di Banksy si potrà accedere direttamente al sito ufficiale dedicato e, entro il 28 ottobre, si potrà scegliere un solo prodotto da acquistare, senza la certezza che il processo d’acquisto vada a buon fine.
Difatti Banksy, per scremare le prevedibili alte richieste di prodotti (realizzati in serie limitata in alcuni casi), ha deciso di offrire la possibilità ai potenziali acquirenti di mettersi in lista per poter acquistare l’oggetto prescelto.
Tuttavia, come si legge nell’informativa presente sul sito, l’acquisto effettivo del prodotto prescelto potrà essere portato a termine solo dopo un’estrazione casuale tra i possibili acquirenti che si sono pre – registrati per acquistare un determinato prodotto.
Banksy, inoltre, ha precisato che le vendite sono specificamente rivolte a «clienti con basso reddito», invitando «i ricchi collezionisti d’arte a farsi da parte», anche al netto della contrarietà dall’artista dopo aver appreso che la sua opera Devolved Parliament è stata battuta all’asta per 11.121.332,75 milioni di euro.
I prezzi dei prodotti in vendita
Lo street artist, però, mette da subito le cose in chiaro: «I prezzi dei prodotti in vendita sono molto al di sotto del valore reale di mercato». Le cifre oscillano tra i 10£ (circa 11 euro) e gli 850£ (circa 980 euro), a seconda della tipologia di prodotto. Più limitata è la serie, maggiore sarà il prezzo.
Tuttavia, alcuni prodotti non sono ancora disponibili sullo shop, in quanto ancora in fase di produzione. Banksy inoltre avvisa: «Si informa che Gross Domestic Product potrebbe rivelarsi un’esperienza deludente di vendita al dettaglio, soprattutto se si è riusciti a effettuare l’acquisto».
Come sono realizzati i prodotti di Banksy?
Banksy ha poi specificato che tutti i prodotti sono stati realizzati in uno studio d’arte e non in fabbrica. Di conseguenza, la produzione si avvicina maggiormente a quella artigianale che all’effettiva produzione in serie, tipica dei gadget griffati. Inoltre, tutti i prodotti son stati realizzati con materiali riciclati e saranno “firmati” dallo street artist.
Le opere ufficiali di Banksy in vendita
La lista completa degli oggetti in vendita (e dei relativi prezzi) è visionabile sullo shop ufficiale di Gross Domestic Product. Alcuni prodotti non sono ancora disponibili perché in fase di produzione, ma la maggior parte dei manufatti sono già prenotabili.
L’assoluto protagonista è una variante del giubbotto anti-pugnale con la bandiera britannica, realizzato per il set del rapper Stormzy al Glastonbury Festival, e volto a denunciare il sempre più alto numero di casi di accoltellamento nel Regno Unito.
Tra le altre opere in vendita c’è una culla per neonati sormontata da decine di telecamere di sorveglianza, giocattoli in legno che ritraggono famiglie di migranti da caricare su un camion per il trasferimento, una borsa in mattoni, ma anche il tappeto della mascotte imbalsamata dei cereali Kellogg’s, “Tony the Tiger“.
E ancora: una disco ball realizzata con un elmetto della polizia, una lapide con scritto «Ora hai raggiunto la tua destinazione», dei cuscini, una tv, dei giocattoli con animali uccisi dai rifiuti abbandonati nell’ambiente, un’ascia, nonché orologi con i tipici ratti banksyani.
A ciò si aggiungono bombolette spray usate, magliette, nonché uno zerbino di “benvenuto” realizzato con i giubbotti di salvataggio recuperati dalle rive del Mediterraneo.
Tra tutti i prodotti in vendita, ciascuno dei quali è stato realizzato sulla base di un concetto e di un’idea che viene esplicitata nella descrizione nell’apposita scheda prodotto, spicca però una tazza molto ironica, dedicata a tutti gli amanti della corretta scrittura del nome dello street artist (ma anche a chi ne sbaglia l’ortografia): la tazza Bansky.
Perché Banksy ha aperto un negozio?
Le ragioni di apertura di questo negozio sono legate a una controversia sul diritto d’autore con una casa di produzione di cartoline (la Full Color Black, ndr) che, secondo le accuse mosse dallo street artist, vorrebbe continuare ad usare il marchio di Banksy per vendere la propria merce.
«Una società di biglietti d’auguri sta tentando di impugnare i diritti che detengo per la mia arte e sta tentando di utilizzare il mio nome in modo che possano vendere legalmente la loro finta merce firmata Banksy», ha dichiarato in una nota l’artista.
Difatti, questa soluzione è frutto di un contenzioso sulla legge dei marchi in rispetto delle normative dell’Unione Europea. Se un certo brand – in questo caso quello dello street artist – non viene usato per scopi commerciali per un certo lasso di tempo, questo può essere rilevato e sfruttato da altre società.
Ed è così che Banksy è corso ai ripari suo malgrado, decidendo di applicare il marchio per difendere la propria arte, anche se l’operazione è basata dichiaratamente su «una delle ragioni meno poetiche», ossia un’operazione meramente commerciale.
Il dettaglio nel camino: indizio o ironia sull’identità di Banksy?
Ma ad attirare l’attenzione degli amanti dell’artista, all’interno dell’ormai dismesso negozio a Croydon, era saltato all’occhio un dettaglio che sembrava voler far leva su alcune teorie secondo cui Banksy sia Robert Del Naja dei Massive Attack.
Nel camino, infatti, si scorgeva un segnale che ricorda il pittogramma che campeggia sulla copertina di Blue lines, album d’esordio della band, uscito nel 1991. Un ennesimo indizio o un nuovo colpo contro le speculazioni sull’identità di Banksy?
Quel che è certo è che i ricavi delle vendite verranno devoluti per acquistare una nuova nave per Pia Klemp, dopo che il governo italiano ha posto sotto sequestro, con un provvedimento del gip del Tribunale di Trapani, la nave Iuventa dell’Ong tedesca Jugend Rettet, con l’accusa di aver utilizzato l’imbarcazione per favorire l’immigrazione clandestina.
Foto credits: Banksy
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