Bonafede sui permessi all’omicida di Fabiana Luzzi: «Nessun premio all’assassino, attiverò l’ispettorato»
«Come ministro della Giustizia non entro nel merito della valutazione
del singolo caso, posso dire che come sempre, quando ho notizia di una possibile anomalia, attivo l’ispettorato e l’ho fatto anche in questa occasione».
Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, risponde così a Mario Luzzi, il padre di Fabiana – la sedicenne prima accoltellata per 24 volte e poi bruciata viva dal suo fidanzato – che nei giorni scorsi gli aveva scritto per protestare contro i permessi premio concessi all’assassino della figlia, condannato a 18 anni e 7 mesi di reclusione.
Il guardasigilli torna di nuovo sull’argomento facendo presente che nonostante sia consapevole e rispettoso del principio della separazione dei poteri, «i cittadini, soprattutto quanti hanno subito gravi ingiustizie, devono sapere che lo Stato è loro vicino, e che è anche attento a tenere gli occhi sempre aperti su tutto quello che accade nella macchina della giustizia».
«Cerco sempre di dimostrare totale vicinanza ai familiari delle vittime di reati violenti – continua Bonafede – e in questo caso non posso che rispondere dicendo che c’è totale vicinanza e disponibilità da parte mia, come ho già fatto in altre occasioni, all’incontro con questa famiglia».
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