Cinema America, le accuse contro i tre di Casapound: «Hanno picchiato chi consideravano antifascista» – Le carte
Ne hanno arrestati tre ma ne cercano in tutto nove. Perché tanti erano gli aggressori dei ragazzi del cinema America la sera del 16 giugno scorso. Picchiati perché avevano quel simbolo, la maglietta bordeaux. Uno degli attivisti in particolare, David Habib è stato costretto a «togliersi di dosso una maglia di colore bordeaux, recante la scritta cinema America, ritenuta dagli aggressori essere un simbolo antifascista», si legge negli atti.
Gli arrestati si chiamano Stefano Borgese (38 anni), Matteo Vargiu (23 anni) e Marco Ciurleo, (23 anni). Tutti e tre sono militanti di Casapound e sono stati riconosciuti in modo difficilmente controvertibile: alle accuse delle vittime dell’aggressione – David Habib e Valerio Colantoni – si sono sommate le immagini delle telecamere di sicurezza della zona.
I fatti
Quello che è accaduto la sera del 16 giugno è cosa nota, ma l’ordinanza di oggi – 7 ottobre – ricostruisce i fatti alla luce delle testimonianze. Un gruppetto di ragazzi del Cinema America, organizzazione indipendente che a Trastevere e ormai in varie zone di Roma proietta i classici del cinema mondiale, si è appena allontanato dalla piazza che ormai è il loro simbolo, San Cosimato. Sono le 3.20 e verso di loro arriva un gruppo di nove, ben riconoscibili, teste rasate e tatuaggi.
Quello che sembra il più grande, Stefano Borgese lancia l’ordine: «Te che c’hai la maglietta del cinema America, te la devi levà e te ne devi andà da qua, fidati è meglio per te, levati quella maglietta». Non si rivolge solo alle vittime: il messaggio arriva con chiarezza soprattutto agli attivisti che sono con lui. David Habib non fa neppure in tempo a replicare che parte l’aggressione: lui prende una testata (che poi risulta in una frattura al setto con prognosi di 20 giorni) e Colantoni riceve una bottigliata in pieno volto.
Poi il gruppo di aggressori scappa ma, appunto, le telecamere della zona hanno ripreso tutto.
Chi sono gli indagati
E riconoscere di chi si parla non è stato poi così difficile, per il pm Eugenio Albamonte (che si occupa da anni della destra radicale romana) e per gli agenti della Digos. Sono tutti volti noti:
- Ciurleo è un habituè delle manifestazioni della destra romana, esponente del Blocco studentesco, oltre che di Casapound ed era tra gli occupanti di una storica sede dell’organizzazione, in via del Colosseo;
- Vargiu ha sì e no lo stesso profilo, ma è stato denunciato anche per resistenza a pubblico ufficiale;
- Borgese è meno noto agli atti della polizia anche se in questa vicenda ha svolto il ruolo di leader.
In ogni caso, per tutti e tre, scrive la gip Forleo, quello che preoccupa è che l’aggressione sia scattata per «l’apparente appartenenza ad un contesto sociale e politico di ideologia opposta a quella degli autori del reato» delle vittime.