Emergenza diplomati «analfabeti», l’allarme da Invalsi: crescono in tutta Italia, a Sud uno su tre
Non lasciano la scuola ma smettono di imparare. Sono loro le vittime di quella che l’Invalsi chiama «dispersione scolastica implicita», che porta ad «un’alta probabilità di emarginazione sociale». E sono tantissime. Al Nord sono meno del 4% mentre la media del Sud è quasi il doppio.
Un ragazzo su cinque nel Lazio e uno su tre in Calabria o non ha finito le superiori o le ha terminate con un livello di conoscenze così basso che il diploma sarà, di fatto, inutile. Senza avere cioè sorpassato i traguardi minimi previsti dopo i 13 anni.
È la prima volta che dei dati, raccolti da Invalsi e pubblicati sottoforma di editoriale da Roberto Ricci, danno un nome a questa popolazione e la includono nei dati della dispersione scolastica esplicita, che ha registrato un aumento negli ultimi due anni. Agli studenti tra i 18 e i 24 anni che hanno conseguito al massimo il titolo di scuola secondaria di secondo grado (circa il 14,5% in Italia) si aggiungono quindi coloro che hanno raggiunto un titolo di scuola secondaria di secondo grado senza aver acquisito le competenze corrispondenti.
Cos’è la dispersione scolastica implicita
I dati che permettono di individuare questa seconda categoria sono stati resi disponibili grazie ai risultati delle prove universali di Italiano, Matematica e Inglese distribuite per la prima volta nel 2019 a tutti gli studenti di quinta superiore. Mettendo insieme le due categorie ci cade dentro il 23% dei diciottenni molisani, il 25,7% dei pugliesi, il 31,9% dei campani. In Sicilia e Sardegna troviamo le cifre record: 37 e 37,4%. In tutto, in Italia sono il 7,1% quelli che hanno un livello di inglese inferiore al B1, che al test Invalsi hanno preso meno di due su cinque in italiano e in matematica, e che non sarebbero in grado di capire un libretto delle istruzioni di media difficoltà.
Queste carenze non si manifestano in modo improvviso al liceo: sono radicate in deficienze d’apprendimento pregresse. Il 14,4% dei ragazzi italiani inizia le superiori senza aver raggiungo il livello di conoscenze necessarie all’ottenimento di un diploma di terza media. Una cifra che sale a 25-30% nel Sud e nelle isole e che testimonia l’enormità di un deficit che è già forse troppo tardi per colmare.
Questi giovani, scrive Ricci, rappresentano un’emergenza per il Paese, perché sono cittadini che «avranno grosse difficoltà a elaborare le informazioni a loro disposizione basati sulla realtà e coerenti con i loro progetti di vita».
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