Roma, 6 indagati e 3 ai domiciliari per l’aggressione ai ragazzi di Cinema America: parla la Digos
La Digos è riuscita a identificare i tre principali colpevoli, su un totale di sei indagati, del pestaggio avvenuto lo scorso 16 giugno 2019 a Trastevere, nel centro di Roma, ai danni di Yasir Abdilhakim, Valerio Colantoni, Stefano Riobbo e David Habib. Giampietro Lionetti, capo della Digos di Roma, spiega a Open come sono andate le cose.
Ci conferma che i tre ragazzi, oggi ai domiciliari, sono gli stessi individuati quest’estate?
«Avevamo individuato il gruppo che aveva commesso questa violenza, ma non avevamo individuato le rispettive colpe. Lavorando, analizzando le immagini e le testimonianze, abbiamo dato le responsabilità ad ognuno dei soggetti che quella sera stavano in piazza e che avevano partecipato a questa aggressione.
Tra questi tre c’è quello che ha rotto il naso a uno dei ragazzi di Cinema America, così come quello che ha lesionato il viso di un altro dei giovani aggrediti, ottenendo così le misure cautelari».
All’epoca si era parlato di quattro o sei indagati.
«Gli indagati erano sei. Poi, è chiaro che ognuno ha un ruolo e a seconda di ciò che hanno fatto si sono presi dei provvedimenti. Gli arrestati, quelli che hanno compiuto i reati più gravi, sono tre. Per gli altri c’è il concorso, ma bisogna essere giusti e dare a Cesare quel che è di Cesare».
Chi sono i tre agli arresti domiciliari?
«Non abbiamo dato i nomi, le iniziali si. Quello che le posso dire è che due di loro fanno parte di Blocco Studentesco e quindi c’era una matrice di destra.
Questa è la cosa più importante e che ha fatto scaturire questa aggressione nei confronti di un ragazzo che porta una maglia con scritto Cinema America, e che partecipa alla visione degli spettacoli in Trastevere. Non poteva essere diversamente, anche per le frasi utilizzate dagli aggressori».
Tre agli arresti, ma per gli altri tre che futuro li attende?
«Sono denunciati a piede libero, poi la verità uscirà dagli elementi di prova che abbiamo e dal dibattimento. La cosa importante è stata dare le responsabilità ad ognuno di loro».
Cosa vi ha aiutato di più in questa indagine?
«Inizialmente non siamo stati aiutati da nessuno perché la vicenda non era stata riportata alle utenze del pronto intervento. Successivamente era stata fatta una denuncia a una delle caserme dei carabinieri e da quel momento siamo partiti per questa attività abbastanza serrata per scoprire i responsabili.
Non avevamo grandi immagini ma con quelle a disposizione siamo riusciti a riconoscere qualcuno di loro e a ricostruire l’evento. Tutto questo è stato possibile dalle immagini, ma anche dalle persone che hanno subito la violenza con le descrizioni e le informazioni che ci avevano fornito».
Come è andata con i ragazzi di Cinema America?
«Devo dire che i ragazzi sono stati bravissimi e sempre a disposizione. Siamo arrivati al risultato anche grazie alla loro disponibilità essendo stati puntuali nella descrizione dei fatti e nel riconoscimento dei soggetti. Sono stati bravissimi, è importante che il cittadino collabori con la Polizia giudiziaria altrimenti diventa tutto più difficile».
C’era chi criticava l’operato della Digos, accusandovi di essere di destra o addirittura fascisti e dunque che avreste lasciato finire nel dimenticatoio questo episodio. Si sbagliavano di grosso?
A parte che lei sta parlando con uno che non è di destra o di sinistra, mi interesso di politica ma sono una persona estremamente moderata altrimenti non potrei fare il lavoro che faccio. Se sono di destra o di sinistra, ognuno risponde della propria responsabilità penale.
Ricordo che quel giorno qualcuno aveva fatto dei commenti del genere, ma con noi sbagliano. Da quando sono tornato a Roma ho arrestato più gente di destra che di sinistra, basti pensare il caso Castellino dove siamo intervenuti sempre noi».
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