Migranti, vita dura per il “pre-accordo” di Malta. Lamorgese trova un muro nell’Ue: «Adesioni da 3-4 Paesi»
Sarebbero soltanto «tre o quattro» i governi dei paesi Ue disposti a partecipare alla redistribuzione dei migranti che arrivano in Italia, così come previsto nell’accordo di Malta franco-italo-tedesco. Parola del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese che al termine del Consiglio “Giustizia e affari interni” Ue di Lussemburgo ha tirato le somme, ribadendo però, con fare ottimista, che riusciranno a convincerne altri «entro novembre-dicembre».
Più ottimista la ministra per gli Affari europei francese Amélie de Montchalin per cui sarebbero circa 10 i paesi pronti a cooperare. Per il momento nei ranghi dei volenterosi ci sono l’Irlanda, il Portogallo e il Lussemburgo, scarsamente popolati i primi due, piccolo e benestante il secondo. L’ambizione dopo l’incontro di Malta era quello di assicurarsi la partecipazione di almeno 12 paesi, sempre su base volontaria, ma con la possibilità di sanzionare i paesi non cooperativi, un’ipotesi che adesso sembra essere sfumata.
The #Luxemburg meeting was a failure. No mechanism for migrant relocations was agreed upon. No efforts were taken to stop the mass dying at sea, to end the harassment of NGO rescuers & to open up safer flight routes to #Europe.
— Alarm Phone (@alarm_phone) October 9, 2019
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Il “pre-accordo” di Malta e i nodi da sciogliere
L’accordo di Malta del 23 settembre aveva segnato una mezza vittoria per il governo italiano, visto il superamento del principio di paese di primo ingresso previsto dal Regolamento di Dublino: i migranti in arrivo in Italia e Malta verrebbero ridistribuiti nei diversi paesi europei entro quattro settimane dall’approdo.
Ma la soluzione auspicata dall’Italia si è scontrata con le richieste di altri paesi di “primo approdo” – sulla tratta dell’Egeo la Grecia, Cipro e la Bulgaria, mentre nel Mediterraneo occidentale la Spagna – per un meccanismo di redistribuzione che tenga conto dell’alto numero di migranti che arrivano sulle loro coste, reso ancora più urgente nel caso di Grecia, Cipro e Bulgaria vista la minaccia di un’imminente crisi umanitaria con l’intervento militare della Turchia in Siria.
The #JHA Council has finished. WATCH LIVE the press conference with @EU2019FI Minister @MariaOhisalo and Commissioners @Avramopoulos and @JKingEU https://t.co/AMIbLsz1S8
— EU Council Press (@EUCouncilPress) October 8, 2019
Secondo il sito politico.eu, durante l’incontro dei ministri dell’interno a Lussemburgo è stato fatto circolare un documento che mostrava ai primi posti per numero di richieste di asilo (per un milione di abitanti) in Ue nei primi sette mesi dell’ano Cipro, Malta e Grecia. L’Italia invece sarebbe al 16esimo posto.
Ma, oltre alle difficoltà – e l’insensatezza – di chiedere a paesi come la Grecia e la Spagna di accettare ancora altri migranti dall’Italia, pesa anche l’indisponibilità dei paesi del Gruppo di Visegrád (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria), governati da forze politiche tendenzialmente anti-immigrazione, di accettare di collaborare.
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