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L’ultima trasformazione del M5s, Di Maio: «Sono d’accordo con Fico: un capo e 80-90 persone gestiranno il Movimento»

12 Ottobre 2019 - 13:39 Redazione
Non più un solo capo politico, ma una direzione composta da quasi 100 persone. «Si lavora bene con il Pd e con Renzi»

Le novità sull’organizzazione del M5s erano nell’aria da tempo, ma solo oggi Luigi Di Maio ha reso chiara quale sarà la nuova struttura che il Movimento si darà a breve. Ospite di Maria Latella su Skytg24, il capo politico grillino ha scelto il giorno della festa a Napoli di Italia 5 stelle per il decennale del Movimento per sciogliere i primi nodi.

«M5s si dà un’organizzazione e si passa da un modello con un solo capo politico a una gestione con 80-90», persone da «tutto il territorio. Da quando siamo al governo – ha aggiunto – abbiamo bisogno di un’organizzazione e di ruoli di responsabilità, sono d’accordo con Fico e con chi dice che serve un’organizzazione guardando ai prossimi 10 anni e responsabilizzando le persone». Proprio oggi il presidente della Camera, ritenuto il punto di riferimento per quella parte del Movimento che si considera più vicina alla sinistra, aveva invocato maggiori aperture alla partecipazione interna in un’intervista al Corriere della Sera.

La mossa di Di Maio arriva dopo settimane di durissimo dibattito interno, nel quale non sono mancati segnali di malumore e rispettive smentite: «Da quando c’è stata la scissione del Pd molti giornali provano a parlare di scissione nel M5S che non c’è e non c’è stata. Gli unici che parlano di scissione sono i giornali che hanno provato a indurla per provare a compensare la scissione nel Pd».

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«Nessun patto con il Pd. Con Renzi lavoriamo bene»

Mentre i sondaggi continuano a rilevare un possibile successo su scala nazionale, qualora l’alleanza giallorosa dovesse consolidarsi nei territori, Di Maio allontana l’idea di un patto tra 5 stelle e Pd: «Non sono in questo momento all’ordine del giorno patti regionali né tantomeno nazionali. A me più che i patti interessano i fatti. In Umbria se vince Bianconi nessun assessore sarà di un partito». Ma non capta un problema Renzi: «Con lui ci siamo sentiti in occasioni cruciali come quando c’è stata la scissione. Fra noi non credo sia cambiato niente ma con i suoi capi delegazione, come Teresa Bellanova, lavoriamo bene. Con Renzi lavoriamo alla prova dei voti, come sul taglio dei parlamentari».

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