La seconda strigliata di Grillo ai malpancisti che rimpiangono i “tamarri”: «Basta lamenti, ci sono sfide epocali»
Il sospetto è che il messaggio lanciato ieri dal palco napoletano di Italia 5 stelle non sia stato colto a pieno. Beppe Grillo allora ha voluto ribadire il concetto per tutti quei militanti – e dirigenti – grillini che ancora fatica ad accettare l’inevitabile cambiamento che il M5s ha subito nel suo primo decennio di vita.
Dal blog, l’Elevato fondatore usa una metafora che più chiara non si può: «Quando il campionato mondiale di Pasta lo vince un giapponese, Keita Yuge, con le penne al gorgonzola, bisogna prepararsi a dei radicali, monumentali, cambiamenti: la storia non ha mai avuto pietà per i fuggi fuggi, è ora di smettere lamenti e sospiri».
E riprende il concetto di “caos”, evocato nel finale del suo video truccato da Joker: «Il caos… ne sentiamo parlare tutti i giorni, sui giornali: caos a 5 stelle, caos nel pd, caos nel parlamento, quello nella testa di Berlusconi e quello dei rifiuti, il caos il caos il caos. Il termine più abusato dei nostri tempi… eppure è una parola che viene dalla scienza, quella che studia il mondo naturale. Sono un mucchio di cose che non sopportiamo – ha aggiunto – perché c’entra l’imprevedibilità e c’entrano l’invecchiamento ed ogni forma di declino. Noi odiamo talmente questo concetto che lo usiamo per insultare e non per capire».
Video agenzia Vista
Pretendere di restare uguali a se stessi, secondo Grillo, è praticamente impossibile. Soprattutto mentre il mondo continua a cambiare: «Sono sfide epocali che non si possono ridurre a chiacchiericci da transatlantico, formare il nuovo partitello e giocare alle scissioni è cosmesi della politica!».
Un messaggio Grillo lo manda quindi a chi è rimasto nostalgico dell’alleanza con la Lega di Matteo Salvini, con termini ancora una volta netti: «Restare con i tamarri, rigidi a pensare a metà del proprio naso, colmi di rancore come ragazzini a cui qualche uomo nero vuole rubare i giocattoli significa irrigidirsi di fronte ad uno tsunami. Togliersi da quel gruppo di buzzurri è stato un segno di plasticità: nel nostro parlamento può succedere qualunque cosa, anche un’epidemia di gastroenterite che farà felici gli idraulici e le imprese di spurgo ma non cambierà nulla. Potremmo anche sparire se non vogliamo essere all’altezza di queste nuove sfide».
«Io non vi propongo raffinate strategie politiche da dare in pasto ai graditi ospiti dei talk show – dice in conclusione – siamo riusciti a portare un presidente del consiglio in italia che non sembra uno squilibrato con vizi inconfessabili. Si può decidere che è troppo per noi e gettare bucce di banana sul suo cammino oppure affiancarlo. L’alternativa? Affogare ripetendo che volete l’Ialia dei si oppure ballando la tarantella con Renzi che fa sentire più allegra la Vono, il mondo… continuerà a cambiare lo stesso. Quando il campionato mondiale di Pasta lo vince un giapponese, con le penne al gorgonzola, bisogna prepararsi a dei radicali, monumentali, cambiamenti: la storia non ha mai avuto pietà per i fuggi fuggi».
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