Siria, le truppe di Damasco avanzano per contrastare l’offensiva turca. Morti 24 civili, ucciso anche un giornalista curdo
Truppe del governo siriano di Assad stanno muovendo verso il nord del Paese nell’ambito dell’accordo tra i curdi e Damasco per respingere l’offensiva della Turchia. Lo riferisce la tv di stato siriana. Intanto sono almeno 130mila i civili in fuga dai bombardamenti.
Le autorità curdo-siriane hanno confermato che è stato raggiunto un accordo, mediato dalla Russia, col governo siriano per l’ingresso entro le prossime 24-48 ore di truppe di Damasco “a protezione” di due città chiave: rispettivamente Manbij e Ayn Arab, cioè Kobane (in curdo), rispettivamente a ovest e a est dell’Eufrate. Questo, spiegano le autorità citate da media siriani, per evitare che le forze turche e le milizie arabe alleate di Ankara possano conquistare le località strategiche. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria.
Le parti si erano scambiate messaggi già nei giorni scorsi tramite i media di disponibilità al dialogo e alla cooperazione per far fronte all’offensiva militare turca.
Strage di civili
Almeno 24 civili sono stati uccisi oggi nel corso dell’offensiva turca in corso in Siria: lo riporta l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus).
E c’è anche un giornalista curdo tra le persone uccise oggi nel nord-est siriano da raid di artiglieria turchi mentre si trovavano a bordo di un pulmino lungo la strada tra Qamishli e la città frontaliera di Ras al
Ayn/Serekaniye. Lo riferisce il sito di notizie curdo-siriano Hawar News, per cui lavorava il reporter ucciso, identificato come Saad al Ahmad. Assieme a lui è stato ucciso un giornalista straniero, ancora non identificato, mentre sei reporter sono stati feriti.
استشهاد مراسل وكالتنا سعد الأحمد بقصف جوي للاحتلال pic.twitter.com/nPshZWSFfM
— hawarnews (@hawarnews) October 13, 2019
Nel convoglio viaggiava anche la giornalista di France 2 Stephanie Perez, che riporta la notizia dei colleghi uccisi. «La nostra squadra è salva», dice su Twitter. «Ma dei colleghi sono morti».
Syrie. Nous étions ds le convoi de civils kurdes pris pour cible par les forces turques ou leurs alliés à Ras Al Ain. Notre équipe va bien mais des confrères sont morts. Notre récit ds le @20hFrance2 ce soir avec @AuerNicolas et Yan Kadouch @franceinfo @france2tv #Rojava #Turquie
— Stephanie Perez (@PerezpStephanie) October 13, 2019
We joined a mixed military/civilian convoy heading towards Ras al Ayn. We did not go all the way. As they entered the front line town a Turkish airstrike hit. I don’t know how many of these people survived. pic.twitter.com/1SbMoDW8Bt
— Lindsey Hilsum (@lindseyhilsum) October 13, 2019
Caduta un’altra roccaforte curda
Intanto l’esercito turco e gli alleati miliziani dell’Esercito libero siriano (Els) hanno preso il controllo della città di Tel Abyad, importante roccaforte curda del nord-est della Siria, vicino al confine turco. Si tratta di uno dei principali obiettivi di questi primi giorni dell’offensiva, succeduto all’annuncio della presa di Ras al Ayn di ieri. Entrambe le città erano state abbandonate dalle truppe americane lo scorso lunedì, diventando l’obiettivo strategico di Ankara.
Dalle prime ore di oggi 13 ottobre l’artiglieria turca ha colpito la città da oltre confine, spianando la strada all’ingresso dell’Els, che ha sfondato le difese curde da ovest. Nelle prime ore del pomeriggio dello stesso giorno, il Pentagono ha ordinato il ritiro di altri 1000 soldati dal Nord della Siria. Intanto, centinaia di persone ritenute affiliate all’Isis stanno scappando dai campi di detenzione.
L’abbandono dei territorio iniziato la scorsa settimana è stato definito da Donald Trump una «mossa molto intelligente». «Non possiamo essere coinvolti in un’intensa battaglia lungo il confine con la Turchia», ha scritto su Twitter, facendo riferimento a una «situazione insostenibile» per le truppe Usa che possono «ritrovarsi intrappolate». Lo scorso 11 ottobre, Ankara aveva lanciato un attacco contro Kobane, colpendo una base militare americana.
Very smart not to be involved in the intense fighting along the Turkish Border, for a change. Those that mistakenly got us into the Middle East Wars are still pushing to fight. They have no idea what a bad decision they have made. Why are they not asking for a Declaration of War?
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) October 13, 2019
«Ricordate quando due anni fa ci veniva chiesto di combattere affianco dei curdi contro l’Iraq?», continua il presidente Usa. «Dissi di no e il curdi lasciarono i combattimenti, due volte. Ora succede la stessa cosa con la Turchia. Altri potrebbero voler scendere in campo e scegliere da quale parte stare. Lasciamoli fare! È una guerra senza fine!». Gli Stati Uniti hanno scelto di combattere con i curdi per cinque anni in funzione anti-Isis.
…..The Kurds and Turkey have been fighting for many years. Turkey considers the PKK the worst terrorists of all. Others may want to come in and fight for one side or the other. Let them! We are monitoring the situation closely. Endless Wars!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) October 13, 2019
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che il suo intento è quello di penetrare per una profondità di 30/35 km nel territorio siriano. A tal proposito, i turchi hanno preso il controllo anche dell’autostrada M4, che copre esattamente quella distanza. Erdogan ha anche affermato di aver «neutralizzato» (cioè ucciso) 490 miliziani dell’Ypg. «L’operazione “Fonte di Pace” è diretta a distruggere le postazioni dei terroristi (definizione di Erdogan per le milizie curde, ndr) dell’Ypg», ha detto.
Arriva anche la notizia della morte di Hevrin Khalaf, 35enne segretaria generale del Partito Futuro siriano nonché una delle più note attiviste per i diritti delle donne in Siria, uccisa con colpi d’arma da fuoco dalle forze filo-turche.
L’esponente politica sarebbe stata crivellata di colpi di arma da fuoco dopo esser stata prelevata dall’auto su cui viaggiava da Qamishlo e Manbij con il suo autista, che è rimasto ucciso nell’agguato.
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