In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ESTERICurdiSiriaTurchiaUSA

Siria, l’appello delle forze curde agli Usa: «Ci avete lasciati al massacro, ora aiutateci»

13 Ottobre 2019 - 12:08 Redazione
«La difesa delle prigioni in cui si trovano i detenuti dell'Isis non sarà la nostra priorità, poiché, se la Turchia prosegue con gli attacchi, per noi è prioritario difendere il nostro territorio», hanno comunicato le Fds

«Ci avete mollati, ci avete lasciati al massacro. Ci avete venduti. Questo è immorale». Sono le crude parole del generale Mazloum Kobani Abdi, il leader militare dei curdi siriani, rivolte al vice inviato speciale americano per la coalizione contro l’Isis, William Roebuck. L’annuncio del ritiro delle truppe statunitensi dalla Siria del Nord ha dato il via libera all’invasione turca nei territori curdi, che finora ha causato la morte di oltre 400 persone tra miliziani e civili. Le parole sono state riportate dalla Cnn e pronunciate nel corso di un incontro avvenuto lo scorso giovedì 10 ottobre, due giorni dopo il ritiro Usa. «Devo sapere se siete in grado di proteggerci perché se non lo siete devo fare un accordo con la Russia e il regime e invitare i loro aerei a proteggerci», diceva il generale. Ora, a distanza di quattro giorni dall’inizio dell’offensiva turca, le forze curde in Siria chiedono agli Stati Uniti di «assumersi le proprie responsabilità morali» e di «rispettare le promesse» dopo aver accusato Washington di averle abbandonate davanti all’offensiva delle truppe turche. «I nostri alleati ci avevano garantito la loro protezione», invece «ci hanno abbandonati con la loro ingiusta decisione di ritirare le loro truppe alla frontiera turca», hanno deplorato le Forze democratiche siriane in un comunicato letto davanti ai giornalisti.

Appello per una no-fly zone

Gli attacchi aerei sono una delle principali cause delle difficoltà di resistenza alla Turchia da parte dei curdi. Attaccati da Ankara in Siria, le Forze democratiche siriane hanno chiesto alla comunità internazionale l’istituzione di una no-fly zone sul nord del Paese mediorientale, «in modo da poter combattere una guerra con eguali opportunità contro la Turchia». Parlando da una località imprecisata, il comandante militare delle Fds ha aggiunto: «la difesa delle prigioni in cui si trovano i detenuti dell’Isis non sarà la nostra priorità, poiché, se la Turchia prosegue con gli attacchi, per noi è prioritario difendere il nostro territorio».

Leggi anche

Articoli di ESTERI più letti