Scot-exit? Edinburgo pensa a lasciare il Regno Unito
Mentre la regina Elisabetta pronuncia il suo discorso che riapre il Parlamento inglese, la tensione è alle stelle. Si avvicina il 31 ottobre – data di uscita dal Regno Unito dall’Ue che Boris Johnson conta di rispettare «con o senza accordo», e il Regno Unito freme. Ma freme forse ancora di più la Scozia. La Brexit ha fatto riemergere le pulsioni indipendentiste scozzesi e Edinburgo ha varato una proposta di legge per indire un referendum per la secessione da Londra a giugno scorso.
Il suo scopo, nelle parole della premier Nicola Surgeon, è quello di «dare l’opportunità di scegliere di essere una nazione indipendente europea, invece di farci imporre un futuro con la Brexit». Il disegno di legge dovrà essere completato entro la fine dell’anno e non è stata ancora definita una data per il referendum che si terrà probabilmente entro la prima metà del 2020, previo via libera da Londra.
Intanto a inizio mese le piazze di Edinburgo si erano riempite di bandiere scozzesi e europee, brandite da chi non vuole essere trascinato fuori dall’Ue insieme al resto del Regno Unito. Dopo che il «no» alla separazione ha vinto (di poco) al referendum del 2015, l’imminente uscita del Regno Unito dall’Unione Europea potrebbe avere dato un nuovo slancio agli indipendentisti scozzesi. Era stata proprio la campagna elettorale per il referendum a portare il partito secessionista a uscire da una relativa irrilevanza politica e passare da 6 a 56 seggi in Parlamento dopo le elezioni immediatamente successive al voto per l’indipendenza.
Un anno dopo, a giugno 2016, il 65% degli scozzesi aveva infatti votato per restare nell’Unione Europea, che rappresentava un bastione per loro contro il controllo inglese. Il sentimento anti-Uk è poi aumentato dopo la vittoria del Leave, fino a quando a maggio 2018, il Parlamento scozzese si è rifiutato di ratificare il provvedimento che dava il via alla Brexit.
Ora al referendum, che passerebbe facilmente in Parlamento vista la maggioranza pro-Ue, manca solo il via libera di Londra. Un «sì» che Downing Street non dirà facilmente. Ma Surgeon cerca di fare pressione sulla comunità internazionale: «Sarebbe un oltraggio per la democrazia se il governo cercasse di bloccare un simile referendum», ha dichiarato.
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