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Pokerissimo Italia in Liechtenstein (0-5): apre Bernardeschi. E il Gallo canta due volte

15 Ottobre 2019 - 22:40 Daniele Miceli
Gli Azzurri esondano nella ripresa. Belotti si scatena, in rete anche Romagnoli ed El Shaarawy. Nona vittoria di fila per Mancini

A Vaduz 70 metri di “Che noia, che barba”. Altri 20 ad aggiornare il pallottoliere. L’Italia passa un tempo a palleggiare, poi si scatena nella ripresa e ne fa 5 sul campo del Liechtenstein. Che, però, pure ci spaventa due volte con Salanovic, attaccante del Thun valutato 750mila euro. Meno della metà dell’ingaggio dell’azzurro meno pagato.

Mancini, che infila il nono successo consecutivo e si prende anche il ruolo di testa di serie nelle prossime qualificazioni mondiali, non può essere soddisfatto. E deve ancora lavorare per inculcare il suo sistema alle cosiddette seconde linee.

Berna e poco altro

Contro avversari dignitosi, ma ben al di sotto della Grecia e, dunque, più che modesti, l’Italia non fa un figurone nel primo tempo. E l’ampio turnover di Mancini, che ne cambia dieci rispetto alla gara di sabato contro gli ellenici, è esimente solo fino a un certo punto.

L’Italia, che schiera Verratti capitano, impiega meno di due minuti per passare in vantaggio, sfruttando una discesa di Biraghi e l’implacabile vena sottorete di Bernardeschi: secondo gol consecutivo, questo dal cuore dell’area. Questione di prontezza e di cabala: il 20 della Juve aveva segnato il suo primo gol in Nazionale più di due anni fa proprio contro il Liechtenstein.

Il lampo di Berna sembra annunciare tuoni e fulmini sui poveri padroni di casa. Ma così non è. Sirigu deve fare il Donnarumma di turno nel togliere dalla rete una super azione personale di Salanovic. Sono le disattenzioni che fanno infuriare Mancini cui non basterà il 77% di possesso palla nel primo tempo per raggiungere la sufficienza di soddisfazione.

Attacco sottotono. Buona intesa Verratti-Cristante

Motivi? L’Italia domina il possesso, non il campo. E, oltre a dormite difensive che potrebbero diventare punizioni esemplari contro squadre più forti (e ce ne sono fin troppe), preoccupa la scarsa vena offensiva degli attaccanti. Belotti non è mai messo nelle condizioni di far male.

Grifo è evanescente. E lo stesso Zaniolo, che a fine primo tempo si fa male a una spalla, sembra soffrire il ruolo di mezzala nel 4-3-3. Mentre il duo Cristante-Verratti si fa apprezzare per intesa e sacrificio. Il romanista offre copertura, il parigino fa la mezzala in copertura e (a tutti gli effetti) il play quando si tratta di costruire.

Brivido, poi la goleada

Il secondo tempo è la fotocopia spiccicata del primo. Almeno nei primi 25 minuti. Il possesso è lento, mai verticale. C’è da addormentarsi, e il primo strattone al dominio degli sbadigli lo dà ancora Dennis Salanovic, che fa di nuovo il discesista libero costringendo Sirigu a volare sulla sua sinistra per cancellare il primo, storico gol del Liechtenstein all’Italia.

Passata la paura, al 70′ l’Italia la chiude con Belotti. Colpo di testa spiazzante, il Gallo si sveglia. La partita finisce. A risultato acquisito, Mancini fa debuttare anche Tonali (entra al posto di Berna con Cristante avanzato). E’ il 20esimo Deb manciniano, forse anche l’unica vera alternativa nel ruolo a Jorginho. Mentre in difesa abbiamo alternative valide. E il gol di Romagnoli, di testa al minuto 77, offre un po’ di serenità anche al difensore che nel Milan sembra averla smarrita.

C’è tempo anche per il poker, sul filo del fuorigioco di El Shaarawy (gran giocata di Cristante), e il quinto gol in carriera al Liechtenstein di Belotti, capocannoniere dell’era Mancini con quattro gol all’attivo. L’Italia segna il 20esimo gol in 4 partite ai padroni di casa. In futuro ci saranno avversari ben più pericolosi. Ed è meglio giocare, e bene, per più di 20 minuti.


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