In Evidenza Cop29Donald TrumpGoverno Meloni
SOSTENIBILITÀFotoGreenpeaceItaliaPlasticaPolonia

Greenpeace scopre tonnellate di rifiuti italiani in Polonia. L’autorità: «Nessun illecito» – Le immagini

16 Ottobre 2019 - 16:24 Redazione
Nelle foto denuncia, scattate a un ex distributore di benzina, si vedono in modo chiaro le etichette di noti marchi italiani

Dopo il precedente della Turchia, nel sud della Polonia sono state scoperte tonnellate di rifiuti di plastica provenienti dalla raccolta differenziata fatta in Italia. Il colpo è stato messo a segno da un team di Greenpeace che, andato sul posto, ha verificato la presenza di un centinaio di balle di rifiuti, e la metà era italiana. Il ritrovamento è stato fatto in un ex distributore di benzina nell’area di Gliwice.

«Ciò che abbiamo documentato in Polonia è inaccettabile e vanifica gli sforzi quotidiani di migliaia di cittadini nel separare e differenziare correttamente i rifiuti in plastica», dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.

E poi aggiunge: «Questo caso conferma ancora una volta che il sistema non riesce a gestire in modo appropriato l’enorme quantità di rifiuti in plastica. Riciclare non è la soluzione, è necessario ridurre subito la produzione a partire dalla frazione spesso di difficile riciclo, rappresentata dall’usa e getta».

Nelle immagini, che lasciano poco spazio all’immaginazione, si vedono in modo chiaro le etichette di noti marchi italiani.

Il caso della ditta Di Gennaro S.p.A.

Come spiegato dai responsabili di Greenpeace, almeno in una delle foto balza all’occhio l’etichettatura dell’impianto italiano della ditta Di Gennaro S.p.A., centro di selezione campano, che opera anche nella filiera Corepla – il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica.

Proprio la spedizione effettuata dall’azienda Di Gennaro S.p.A., tramite l’intermediario (Agf Umbria), – spiega Greenpeace – da oltre un anno è al centro di un contenzioso tra Polonia e Italia.

Infatti, a giugno 2018 l’ispettorato generale per la protezione ambientale polacco (Gios), in un dossier – poi condiviso con l’associazione ambientalista -, ha contestato alle autorità italiane alcune anomalie nella spedizione.

Tra i problemi riscontrati ci sarebbero: lo scarico dei rifiuti eseguito in un sito diverso da quello indicato nella documentazione e l’errata attribuzione del codice europeo del rifiuto (Cer).

Sono questi i motivi che hanno condotto le autorità polacche a ipotizzare un caso di “trasporto illegale di rifiuti”.

Nel luglio e nel novembre 2018 l’ente polacco ha inviato due lettere all’ente della Regione Campania, Uod – autorizzazioni ambientali e rifiuti di Napoli – presentando prova del movimento transfrontaliero illegale di rifiuti dall’Italia alla Polonia».

Greenpeace ha dunque contattato l’autorità italiana per avere chiarimenti: «i rifiuti sono stati recuperati secondo la legge», è stata la risposta. La stessa cosa è stata dichiarata anche da Di Gennaro S.p.A. e da Agf Umbria.

Immagini: Courtesy of Greenpeace

Leggi anche:


Articoli di SOSTENIBILITÀ più letti