Facebook sta oscurando le pagine italiane che sostengono i curdi
«Violazione degli standard della community». Una formula generica, ma inoppugnabile. Nelle ultime ore i moderatori di Facebook stanno battendo il loro martelletti digitali condannando diverse pagine italiane all’oblio.
Una mossa simile a quella andata in scena il 10 settembre, quando il social network di Mark Zuckerberg aveva spazzato via i profili Instagram e le pagine Facebok di movimenti e leader politici legati agli ambienti di estrema destra. Questa volta sembra che però la censura si sia abbattuta su chi ha sostenuto apertamente i curdi del Rojava, sotto attacco dall’esercito turco.
Al momento la lista delle pagine oscurate in Italia comprende almeno sei nomi: Contropiano, Dinamopress, Globalprogect.info, Infoaut, MilanoInMovimento e Radio Onda D’Urto.
Radio Onda D’Urto e il post sul Pkk
La denuncia arriva da più fronti. Radio Onda D’Urto – che è vicina agli ambienti dei centri sociali e che si definisce «emittente antagonista» – in un comunicato, pubblicato verso le 10 del 17 ottobre, spiega che Facebook aveva già rimosso un post in cui venivano ricordati i 40 anni dalla fondazione del Pkk, il partito curdo dei lavoratori.
Il Pkk non è solo una formazione politica. Legato a questo partito c’è anche il Tak, un gruppo armato responsabile di diversi attentati terroristici, fra cui quello del marzo 2016 in cui persero la vita oltre 30 persone. L’articolo pubblicato da Radio Onda D’Urto non cita questi eventi ma riporta, quasi per intero, un comunicato del Pkk in cui viene celebrata la loro azione politica come «speranza di libertà».
Oltre a questo, l’emittente ha segnalato che anche altri post sono stati cancellati dalla piattaforma, fra cui alcuni relativi a Lorenzo “Tekosher” Orsetti, il foreign fighter italiano morto nel marzo 2018 mentre combatteva con lo Ypg, le unità di protezione popolare curde. Radio Onda D’Urto segnala che l’oscuramento della pagina è arrivato dopo la rimozione di questo post.
Le accuse di Milano in Movimento a Zuckerberg
Fra le pagine oscurate c’è anche quella di Milano in Movimento, un canale di informazione sempre legato agli stessi ambienti di Radio Onda D’Urto. Anche per loro la censura del social network di Menlo Park è arrivata dopo la pubblicazione di un post a sostegno dei curdi che vivono nel Rojava.
Nel loro comunicato accusano direttamente il fondatore di Facebook: «Mr Zuckerberg vuole sostenere questa campagna propagandistica? Fare da sponda alla censura e a un regime che ha scatenato una guerra d’invasione fa parte degli standard della community del social più utilizzato al mondo?».
Il commento di Lorusso: «Affrontare la regolamentazione della rete»
In un articolo pubblicato la notte fra il 16 e il 17 ottobre, il Manifesto riporta le parole di Raffaele Lorusso, segretario generale della federazione nazionale della stampa italiana: «È inaudito e inaccettabile. Si vuole impedire di illuminare il dramma di un’intera popolazione aggredita. Questo episodio conferma la necessità di affrontare a livello europeo la regolamentazione della rete».
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