Guerra in Siria, Sassoli: «Chiudiamo la procedura d’ingresso della Turchia in Europa»
Nel giorno del vertice dei leader europei a Bruxelles, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli si è pronunciato a proposito della guerra di Recep Tayyip Erdoğan nelle zone curde della Siria. Nell’affermare la sua contrarietà all’operazione – che ha portato alla morte di decine di civili e centinaia di miliziani Ypg in meno di 10 giorni -, Sassoli ha chiamato in ballo lo status della Turchia come Paese candidato ad entrare nell’Unione Europea. L’ingresso è in ballo da decenni, ma con gli accordi del 2016 le prospettive di un via libera sembravano essere più vicine. «Questa procedura deve essere abolita», ha detto Sassoli. «Noi non possiamo consentire che ci siano procedure (di adesione) con paesi che hanno questi comportamenti». Secondo il presidente dell’Europarlamento, «l’Unione europea può fare molto di più, con sanzioni molto più severe e che riguardano i contratti in essere» di fornitura di armamenti ad Ankara.
La posizione dell’Italia sulla Turchia
Dopo l’annuncio di Luigi Di Maio di un’istruttoria per fermare l’export di armi in Turchia, il premier Giuseppe Conte ha rilasciato dichiarazioni in merito alla possibilità di attuare sanzioni contro il Paese: «L’Italia è disponibile ad adottare e valutare tutte le iniziative utili per perseguire un processo politico, pacifico e senza opzioni militari in Siria», ha detto arrivando al Consiglio Ue a Bruxelles. Nello stesso giorno del vertice, Conte ha ha informato i giornalisti di avere avuto «un lungo colloquio telefonico con il presidente Erdoğan, di oltre un’ora». Conte avrebbe espresso «un fermo e risoluto invito a interrompere e evitare questa iniziativa militare in Siria», chiedendogli anche «di ritirare le truppe dall’area». Conte ha richiamato l’attenzione di Erdoğan sugli effetti negativi e controproducenti che questa iniziativa unilaterale sta generando in termini di crisi umanitaria, di sofferenza delle popolazioni locali e di relativo esodo.
Stando a quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi, lo avrebbe invitato «fermamente a ritirare le truppe dall’area, per evitare un ulteriore peggioramento della crisi umanitaria, la compromissione della comune lotta contro Daesh e grave pregiudizio agli sforzi delle Nazioni Unite in vista di una soluzione politica». «La protezione della popolazione civile – continua la nota – già duramente provata da anni di conflitto, e la risoluzione dei conflitti sono priorità irrinunciabili per l’Italia e per l’intera Comunità internazionale». Conte avrebbe quindi esortato «ripetutamente il Presidente Erdoğan a svolgere con responsabilità il ruolo geopolitico e di alleato Nato che la Turchia strategicamente detiene, nell’interesse collettivo di stabilizzazione dell’intera regione».
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