Barnier: «Johnson ha promesso che il parlamento approverà l’accordo». Ma arrivano i primi “no”
Michel Barnier sembra fidarsi di Boris Johnson ed è ottimista per quanto riguarda l’esito dell’accordo sulla Brexit da poco siglato tra l’Unione europea e il Regno Unito. Intervenendo in una conferenza stampa da Bruxelles, il capo negoziatore Ue per la Brexit ha spiegato che Johnson ha detto di poter riuscire a far passare l’accordo nel parlamento di Westminster. Ma cominciano ad arrivare i primi no. Il nodo rimane sempre lo stesso: perché il parlamento britannico, dove il Governo non ha più una maggioranza, dovrebbe approvare un accordo con l’Ue per la Brexit, dopo aver già bocciato più volte quello negoziato da Theresa May? Il partito unionista democratico irlandese, alleato di governo dei conservatori, aveva già detto di essere contrario all’accordo, il che potrebbe condizionare una parte sostanziale dei deputati conservatori.
Oggi lo hanno ribadito con un comunicato stampa, diffuso in seguito su Twitter: «Queste proposte non sono favorevoli, a nostra avviso, al benessere economico dell’Irlanda del nord e minano l’integrità territoriale dell’Unione». Le criticità sono diverse, a partire dal potere concesso all’Unione europea in materia doganale, per esempio in relazione ai beni diretti verso la Repubblica irlandese.
Nel frattempo arriva anche la bocciatura da parte dei laburisti. «Per quel che sappiamo» – scrive Jeremy Corbyn su Twitter – «il Primo ministro ha negoziato un accordo che è ancora peggiore di quello di Theresa May. Queste proposte rischiano di ridurre le protezioni e ledere i diritti[…] non riuscirà mai a unire il paese e dovrebbe essere respinto. Il migliore modo per risolvere lo stallo sulla Brexit è dare al popolo la scelta».
Cade il veto dell’Irlanda del Nord
Barnier ha voluto rassicurare anche sul fatto che l’Irlanda del nord possa, un domani, affossare l’accordo. In base alla bozza proposta in precedenza da Boris Johnson, il parlamento nord irlandese avrebbe dovuto votare a favore dell’accordo prima che entrasse in vigore, mentre con il nuovo accordo deciderà a maggioranza semplice dopo quattro anni se mantenere l’intesa. Per quanto riguarda l’accordo sul backstop, Barnier ha spiegato che l’Irlanda del Nord resterà nel territorio doganale del Regno Unito, «ma sarà anche un punto di accesso per il mercato unico». I controlli quindi non avverranno al confine tra la Repubblica irlandese e l’Irlanda del Nord, ma soltanto, presumibilmente, in uscita e in entrata verso il resto del Regno Unito. Su Twitter, Boris Johnson ha esultato, dichiarando che il backstop «è stato abolito» e che la sovranità nordirlandese è stata e verrà tutelata.
L’ipotesi proroga
La mossa di Johnson, riferiscono fonti della Bbc, sarebbe ora quella di chiedere all’Unione europea di rifiutare ulteriori richieste di proroga se il prossimo sabato, il 19 ottobre il parlamento britannico dovesse dire di no all’accordo. In teoria, in caso di bocciatura il governo Tory sarebbe obbligato sulla carta a invocare una proroga, in base alla legge anti-no deal (nota come Benn Act) approvata su iniziativa delle opposizioni, anche se Johnson è sempre stato contrario. Ma anche l’Unione europea sembra intenzionata a concludere la Brexit entro le fine ottobre. Rispondendo alle domande dei giornalisti, il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker ha dichiarato che non ci saranno ulteriori proroghe. «Abbiamo concluso un accordo» – ha dichiarato Juncker.- Non c’è nessun argomentazione per una proroga. Dobbiamo agire adesso».
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