Manifestazione del 19 ottobre, Berlusconi: «Sabato in piazza c’è CasaPound? Non mi interessa, ci sarò»
Silvio Berlusconi pochi giorni fa aveva annunciato la partecipazione alla manifestazione del 19 ottobre a Roma organizzata dalla Lega di Matteo Salvini contro il governo giallorosso. Un’adesione quasi a sorpresa viste le tensioni all’interno del centrodestra delle ultime settimane. Dopo gli azzurri però un altro movimento, decisamente più divisivo, aveva confermato la sua presenza a piazza San Giovanni: CasaPound.
Oggi, Berlusconi, interpellato dai cronisti a margine della conferenza stampa a Perugia per sostenere la candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha risposto a chi gli chiedeva un commento sulla presenza del partito di estrema destra il 19 a San Giovanni: «Se sabato in piazza c’è CasaPound? Non lo so e non mi interessa, c’è a rischio la libertà e se c’è questo rischio io vado dappertutto».
Il leader di Forza Italia, che ha anche annunciato che parlerà dal palco di San Giovanni, durante la conferenza stampa aveva chiarito le motivazioni che l’avevano spinto ad aderire all’iniziativa: «Io avevo deciso di non andare in piazza sabato con Giorgia e Matteo, perché mi dicevo “Lasciamoli iniziare a lavorare”, ma ho cambiato idea dopo aver avuto come sicura la notizia che stanno lavorando a una legge che prevede il carcere fino a 8 anni per un’evasione da 50mila euro. Così è a rischio il diritto di libertà di ognuno di noi».
Il Cav ha spiegato meglio le ragioni alla base della sua adesione in una lettera rivolta agli elettori di Forza Italia:
«Ho deciso di partecipare personalmente non solo perché è importante dare una dimostrazione forte di unità del nostro schieramento ma anche perché le intenzioni (che ho verificato approfonditamente) dei 5 Stelle sono quelle di introdurre nella prossima riforma della giustizia la pena della detenzione fino a 8 anni per chi superasse i 50 mila euro di evasione. E i magistrati su cui possono contare, avrebbero una facilità assoluta ad addebitare a un qualsiasi contribuente un’evasione, magari pluriennale sommando più anni, che arrivi a superare questa somma. Sarebbe messa a rischio la libertà di chiunque!».
Sempre durante la conferenza stampa Berlusconi era andato all’attacco del governo sostenuto «da quattro partiti che derivano dal comunismo». Il comunismo – ha continuato Berlusconi in un classico del suo repertorio – è «l’ideologia più criminale e delittuosa della storia e oggi abbiamo non uno ma quattro partiti che derivano dai comunisti: il Pd che i 5 Stelle chiamano comunisti da salotto, i 5 Stelle che quelli del Pd chiamano comunisti da strada, Più libertà e unità (Liberi e uguali, ndr.) più il neonato partito di Matteo Renzi».
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